Bepi Martellotta
«Osservatorio europeo in Puglia»
Mantovano: più quote di immigrati per il Sud
Oggi il sottosegretario Mantovano incontrerà a Bari, alle 10, il personale della Polizia di stato della Zona 9 di polizia di frontiera "Puglia-Abruzzo-Molise". Dopo un brifing con i dirigenti dell'Ufficio, l'onorevole visiterà 11 reparto volo della Polizia e partirà in elicottero per Otranto, dove si terrà una dimostrazione delle tecniche antisbarco. Seguirà una visita del porto e il trasferimento all'aeroporto di Lecce.
BARI -
An ha a cuore le questioni che riguardano l'intera nazione "ma con un occhio particolare per il Sud e non è certo un caso che sia stato il ministro Alemanno ad aver sollevato la questione". Per il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, non vi sono dubbi: la faccenda delle quote di lavoratori stagionali extracomunitari cosi come e stata affrontata dal ministro Maroni penalizza il Sud
Perché? «Perché il ragionamento è formalmente corretto ma sostanzialmente distante dalla realtà. In tal modo si riproduce un canone degli anni passati: il Sud non viene preso m considerazione per le quote di immigrati per il motivo che in quest'area vi sono tanti disoccupati, soprattutto giovani, e l'apertura a lavoratori stagionali stranieri porterebbe via occasioni di lavoro a chi non ce l'ha».
E invece... «E invece bisogna fare i conti con ]a realtà: tanti giovani meridionali non utilizzano la possibilità di un contratto stagionale in agricoltura perché non lo ritengono confacente alla propria posizione. Comunque, qualunque sia la motivazione, la politica non può fare a meno di prenderne atto e di considerare le reali esigenze occupazionali delle imprese agricole. Assegnare quote maggiori al Nord significa continuare a far sopravvivere uno dei tanti paradossi del Sud».
Cosa intende fare? «Innanzitutto va chiarito che il decreto sugli stagionali è ministeriale e non ha necessità di un passaggio parlamentari o in sede di consiglio dei Ministri. È ovvio che, pur trattandosi di materia di stretta competenza di un ministro, se è di rilievo generale nulla vieta di portarla all'attenzione del Consiglio dei ministri. Condivido, da questo punto di vista, la volontà espressa dal ministro Alemanno di affrontare la questione all'interno di un dibattito generale, che non riguarda solo la legge in discussione al Senato».
In che modo potrebbe essere risolta la questione? «Come in passato c'è stato il passaggio da un tetto di l3mila immigrati ad uno di 33mila, nulla vieta di portare all'attenzione del Consiglio dei ministri la questione delle quote. E chiaro che le esigenze quantitative del Sud sono inferiori a quelle del Nord, ma non per questo non devono essere considerate»
Che ne dice dell'apertura dell'Osservatorio sull'imimigrazione a Napoli? «Su questa vicenda, a mio giudizio, c'è un eccesso di enfasi rispetto a quello che serve fare sia nei contenuti sia nei simboli. Stiamo lavorando, con grande impegno da parte della Regione Puglia, per arrivare alla costituzione in Puglia dell'Osservatorio europeo sui flussi migratori, che non solo avrebbe ben altre competenze ma consentirebbe di far sì che la Puglia venga riconosciuta a livello europeo per quello che è da oltre dieci anni senza che altri se ne accorgessero, ovvero regione di frontiera europea. Nell'era di Internet, con possibilità in tempo reale di scambi di dati tramite rete, che la sede dell'Osservatorio nazionale sia ad Aosta o a Bari non mi sembra questione di rilievo. Ben diversa è, invece, la sede di un Osservatorio europeo.»
Un aumento dei flussi comporterebbe problemi di gestione nei controlli da parte del ministero dell'Interno? «i lavori stagionali rientrano nel regime generale della nuova legge, che prevede uguali meccanismi sia per i lavori a tempo determinato e che per quelli a tempo indeterminato. La procedura è identica: il requisito principale per avere il permesso di soggiorno è che il lavoratore straniero si rivolga al Consolato del Paese d'origine con la proposta di contratto e l'imprenditore si rivolga allo sportello unico dell'immigrazione presso le Prefetture. Per quanto ci riguarda, se sono 3mila o 3Omila a farlo non cambia nulla.»
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