ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  CRONACA di FOGGIA   Pag.   67  )
Giovedì 22 maggio 2003

 

GUERRA DI MAFIA / La risposta delsottosegreteario all'Interno, Alfredo Mantovano, nel dibattito alla Camera

«Troppe scarcerazioni facili»

Il Governo ricostruisce la rivalità tra i clan Frsancavilla e Trisciuglio


Ecco la risposta fornita dal Governo, tramite il sottosegretario all'Interno on. Alfredo Mantovano, alla Camera nel dibattito sulla situazione dell'ordine pubblico a Foggia e provincia «L'omicidio di Riccardo Cardone, avvenuto lunedì scorso a Foggia, conferma la gravità del quadro della criminalità nel capoluogo dauno. Evito di fare il riassunto delle puntate precedenti, e cerco di fornire una valutazione della situazione, accompagnata dalle misure di prevenzione e di repressione in atto e programmate».


Il vertice
«Nella giornata di martedì si è svolta a Foggia una riunione tecnica con i responsabili dell'ordine e della sicurezza pubblica del territorio, nonché delle strutture investigative delle tre Forze di polizia, alla quale hanno partecipato il vice capo della Polizia, prefetto Fera, ed il direttore del servizio centrale operativo Gratteri. Sono state esaminate le dinamiche delinquenziali della zona; sono state concordate iniziative di natura preventiva ed di natura investigativa intraprese e da intraprendere; sono stati concertati ulteriori interventi per un più efficace contrasto della criminalità».


I conflitti in Società
«E' ben noto che nel foggiano opera l'organizzazione criminale detta "Società", che si articola in più gruppi denominati "batterie", ed è storicamente contraddistinta da una notevole conflittualità interna - riconducibile ad una struttura di tipo individualistico - e dalla incapacità di costruire alleanze durature. Il sodalizio criminale era gestito in passato da due esponenti di spicco, il Sinesi e il Parisi, che mantenevano un sostanziale equilibrio».


«Double edge»
«La detenzione del Sinesi e la scomparsa del Parisi hanno aperto la strada ai clan "Trisciuoglio" e "Sinesi-Francavilla" tra loro contrapposti. Si è così assistito negli anni 1998-1999 a numerosi omicidi e tentati omicidi (14 e 6) di pregiudicati coinvolti nello scontro allora in atto. Dopo un periodo di non belligeranza tra i vari clan, la svolta si è avuta nel 2002 quando, il 24 giugno, per gli episodi delittuosi citati, personale della squadra mobile e dei Carabinieri ha proceduto, a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e nell'ambito dell'operazione denominata "Double Edge", all'esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 31 pregiudicati per reati associativi di stampo mafioso. L'operazione ha interessato elementi di spicco della criminalità foggiana quali Trisciuoglio Federico, Pellegrino Antonio Vincenzo, Mansueto Michele, Bernardo Antonio, Principe Salvatore e Francavilla Antonello; e con questo ha inferto un duro colpo all'organizzazione».


Ascesa dei Francavilla
«In particolare, il clan "Trisciuoglio" è risultato indebolito e si è avuta, come effetto indiretto, una forte espansione del gruppo delinquenziale legato al clan "Francavilla-Sinesi" che ha tentato di riprendere l'egemonia su tutte le attività criminali in quella città, prevalentemente per il controllo delle attività estorsive. Scarcerazioni successive all'operazione "Double Edge" hanno riaperto la lotta tra i clan rivali per forti divergenze sulla spartizione del territorio e dei proventi delle attività illecite».


Lo scontro
«Martedì nella riunione tecnica cui facevo riferimento, si è avuta conferma che nella città di Foggia l'aumento del numero degli omicidi è ascrivibile allo scontro fra il clan "Trisciuoglio-Mansueto-Prencipe" e quello, dominante e, allo stato, più pericoloso, "Sinesi-Francavilla-Pellegrino". Lo scontro, che si è acuito a partire dal secondo semestre del 2002, ha fatto registrare nelle ultime settimane 4 omicidi e 2 tentati omicidi».


Le scarcerazioni
«Le vittime degli ultimi episodi, inserite organicamente nelle famiglie della zona, in lotta fra di loro, erano state tratte in arresto per gravissimi reati nel giugno 2002, sono state scarcerate recentemente, assieme ad altri pericolosi pregiudicati: ci si riferisce ai tentati omicidi in pregiudizio di Franco Vitagliani, rimesso in libertà della custodia cautelare alla fine di febbraio e ferito il 31 marzo, e di Angelo Gallucci, scarcerato il 20 marzo scorso e ferito il 10 maggio, nonché all'omicidio di Michele Quinto, uscito dall'istituto penitenziario il 14 novembre 2002 ed ucciso il 24 aprile di quest'anno» (è stato il 19 aprile, ndr). «Sarebbero stati originati, invece, da dissidi privati di natura economica altri 2 omicidi avvenuti a Foggia all'inizio di questo mese: per uno di essi è già stato fermato l'autore materiale».


Faida e Gargano
«Per converso, l'analisi dei fatti di sangue registrati in provincia ha evidenziato che nell'area di Monte Sant'Angelo lo scontro in atto tra i gruppi "Libergolis" (allo stato predominante) e "Primosa" per l'egemonia nel controllo territoriale, riferito soprattutto al traffico degli stupefacenti, ha fatto registrare, il 25 aprile 2003, l'omicidio di un elemento collegato con il clan "Primosa"; nel Gargano la contesa per il controllo delle attività illecite tra i sodalizi "Tarantino" e "Ciavarella" (collegati, rispettivamente, al clan "Primosa" ed ai "Libergolis") ha fatto registrare quest'anno 2 omicidi (a marzo ed a maggio) in pregiudizio di elementi vicini ai "Tarantino", sui quali sono in corso indagini coordinate dalla Procura di Lucera».


Il caso Quinto
«Sono fermamente convinto che in tema di sicurezza non debbano esserci polemiche, ma solo lo sforzo comune - pur nella dialettica fra posizioni diverse - per raggiungere condizioni accettabili di convivenza. Ma il rifiuto della polemica non significa ignorare la realtà; e certamente solleva interrogativi non solo la scarcerazione di tanti soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari nel giugno 2002, ma soprattutto le circostanze di fatto relative alla scarcerazione di Michele Quinto, che poi è stato ucciso il 20 aprile 2003. Quinto, condannato in appello a 22 anni di reclusione (in realtà furono 16, ndr), in attesa della decisione sul ricorso in Cassazione, è stato scarcerato dalla corte di assise di appello di Bari con ordinanza del 14 novembre 2002 sulla base - così si legge nel provvedimento - dell'"effetto rieducativo della carcerazione". Fin qui nulla quaestio: è un atto dell'autorità giudiziaria, sul quale il governo non ha titolo a interloquire. Contemporaneamente però lo stesso Quinto è stato sottoposto a una misura di prevenzione personale, il cui presupposto, come tutti sanno, è la pericolosità sociale, giudizialmente accertata: una presunzione che mal si concilia con l'avvenuta rieducazione».


Critiche ai giudici
«Torno a ciò che ricade nella specifica competenza delle forze di polizia, non senza sottolineare l'incidenza che sul loro operato hanno le decisioni - soprattutto, certe decisioni - dell'autorità giudiziaria. Sono state attivate specifiche iniziative investigative a Foggia. Le indagini avviate sul conflitto "Trisciuoglio" - "Francavilla", d'intesa con la Procura Distrettuale Antimafia di Bari, hanno consentito, negli ultimi mesi, di arrestare i latitanti Antonello Francavilla (Modena-novembre 2002), capo dell'omonimo gruppo, Franco Vitagliani (gennaio 2003), appartenente al gruppo "Sinesi-Francavilla" e responsabile di un omicidio in pregiudizio di un elemento del clan avverso avvenuto nel luglio 2002 (è stato scarcerato dopo un mese per insufficienza d'indizi, ndr) a sua volta vittima, come detto, di un tentato omicidio verificatosi il 31 marzo scorso».


Gli arresti eseguiti
«Ancor più di recente, nell'ambito delle indagini sugli ultimi fatti di sangue, sono state arrestate persone organiche al sodalizio "Francavilla", responsabili di vari delitti (traffici di droga ed estorsioni aggravate in danno di vari operatori commerciali) e sequestrate numerose armi. Nel contempo è stato sventato un ulteriore tentativo di omicidio in pregiudizio di un soggetto contiguo a "Trisciuoglio". Non si esclude che il lavoro investigativo dalla squadra mobile di Foggia e dall'Arma dei Carabinieri possa avere importanti sviluppi a breve (è ovvio che il segreto di indagine impedisce di fornire ulteriori particolari)».


Il gioco d'azzardo
«Altre due aree di intervento sul piano investigativo riguardano il conflitto fra i clan "Libergolis" e "Primosa" in Monte Sant'Angelo e quello nella zona garganica, che vede contrapposti i clan "Tarantino" e "Ciavarella". Nel corso dell'incontro di ieri non è mancato un approfondimento su altri settori di attività illecite praticate dalle organizzazioni criminali operanti nel foggiano. Sono emersi un contenimento delle attività di contrabbando di sigarette e una espansione degli interessi della malavita nella gestione del gioco d'azzardo (dall'agosto 2002 sono state denunciate dalla Questura 277 persone e sequestrate 594 videopoker e 3 circoli privati)».


Giustizia lenta
«Infine, sono stati valutati favorevolmente per una integrata azione di contrasto della malavita organizzata e la neutralizzazione di profitti acquisiti illecitamente: il costante ricorso delle Forze di polizia all'attuazione del dettato normativo in materia di misure di prevenzione, personali e patrimoniali. Alla crescita del numero delle proposte finora avanzate non ha fatto seguito, però, una tempestiva adozione dei provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria: nei primi tre mesi del 2003 sono state presentate dalle forze di polizia 101 proposte di applicazione della sorveglianza speciale (erano state 61 nel primo trimestre 2002), mentre le misure irrogate dall'autorità giudiziaria sono state 13 (24 nel primo trimestre 2002); la prosecuzione di mirate indagini economico-finanziarie condotte dalla Guardia di Finanza, a sostegno delle iniziative della Questura e della Procura della Repubblica di Foggia, anche con riferimento a specifiche intromissioni della malavita del capoluogo nei circuiti imprenditoriale e commerciale; le iniziative per elidere i rapporti tra la malavita associata ed i circuiti della delinquenza diffusa (anche di etnia diversa), impegnata nella conduzione dello spaccio di droga e di reati contro il patrimonio».


I rinforzi
«A seguito della riunione tecnica, il direttore centrale della polizia criminale e il direttore del servizio centrale operativo hanno incontrato il procuratore di Foggia. Tenuto conto delle attività info-investigative finora svolte nella provincia di Foggia e degli elementi acquisiti nel corso della riunione tecnica, è stato previsto, per mantenere più incisiva l'azione di contrasto delle organizzazioni criminali ivi operanti, il consolidamento del nucleo investigativo costituito nella squadra mobile di Foggia, supportato da elementi della sezione criminalità organizzata della Questura di Bari, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo. In tale ottica va considerato, altresì, il potenziamento, che è stato disposto, della struttura investigativa del Commissariato di Cerignola con 10 elementi. Sono state perfezionate, in sede centrale, le iniziative per un più efficace controllo del territorio, con l'impiego, in aggiunta alle risorse territoriali, di 35 elementi della polizia: 20 elementi dei reparti prevenzione crimine; 15 unità tratte dalla scuola allievi agenti di Foggia; 15 elementi della compagnia intervento operativo dell'Arma dei Carabinieri».


    

 

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