ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di LECCE Pag. 76 ) |
Mercoledì 23 luglio 2003 |
Cesare Mazzotta Sindacati, politici e istituzioni fanno fronte comune per scongiurare la mobilità di 100 dipendenti Fiat Cnh, è mobilitazione
Un tavolo ovale in Prefettura per correre al capezzale di 120 lavoratori legati alle «sorti» dello stabilimento Fiat-Cnh della zona industriale di Lecce. Ieri mattina alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano e del prefetto Vincenzo Casilli, una folta rappresentanza istituzionale e di categoria ha incontrato i responsabili della Fiat-Cnh, per avere rassicurazioni sul futuro dello stabilimento. E che si tratti di prospettive ancora non ben chiare sono in tanti a farlo intendere, anche se non lo dicono espressamente. «Gli aspetti tecnici saranno approfonditi presso l'Assindustria - ha fatto sapere Piero Maritano, responsabile del settore "Movimento Terra" per l'Europa e il Medio oriente per la Fiat - una cosa posso dire: siamo in fase di ristrutturazione e grazie anche al lancio di tre nuovi prodotti, in capo a tre anni prevediamo di rinnovare l'intera produzione del settore». Si parla infatti di tre nuove macchine operatrici: il Dozer, il Theleander e un trattore a pale gommate. «Il nostro scopo - ha detto Mantovano - non è certo di sovrapporsi al tavolo tecnico che si discute stamattina in Confindustria e che attiene alla ristrutturazione e alla mobilità della Fiat-Cnh, ma di rassicurare i lavoratori che le istituzioni del territorio guardano con attenzione e con apprensione, al di fuori di ogni schieramento politico, agli sviluppi della situazione». Ma le manovre dell'azienda generano non pochi dubbi. Come mai allora, si è chiesto qualcuno, l'azienda fa fare lo straordinario? E perchè, dal momento che c'è un rilancio in corso, si operano dei tagli? Le forze sindacali sono sul piede di guerra. «Siamo determinati a difendere i livelli occupazionali - dice Salvatore Giannetto della Uil - uno stabilimento con meno di 600 dipendenti non ha futuro». «La soluzione è complessa; siamo di fronte a una razionalizzazione delle risorse aziendali, compresa Lecce - osserva Franco Surano della Cisl - ma si rischia di avere a disposizione uno stadio per giocarvi al calcetto». «La Fiat ha confermato la volontà di ricorrere alla mobilità e non ha preso in considerazione la richiesta del sindacato di mantenere i livelli occupazionali - dichiara Biagio Malorgio della Cgil - I tagli per il solo stabilimento di Lecce sono inaccettabili, perchè significherebbe la sua chiusura». Nella mattinata di ieri presso la sede dell'Assindustria le categorie interessate hanno «trattato» la procedura di mobilità fino al pomeriggio. Con i rappresentanti della Fiat si è parlato a 360 gradi. In Francia chiude lo stabilimento di Crepì e a Berlino si riducono i posti di lavoro. In Italia si rimodulano gli stabilimenti di Imola e di San Mauro. In sostanza alla Fiat serve di «alleggerirsi» per rilanciarsi e questi tagli sarebbero funzionali al progetto. I sindacati hanno ribadito invece la necessità di fissare il numero degli addetti per lo stabilimento di Lecce, per programmare le assunzioni di giovani a seguito dei pensionamenti. E' stato anche chiesto di capire bene in quali aree e in che numero saranno avviati i lavoratori in mobilità e quali i criteri di scelta e gli incentivi. Dall'incontro ne scaturisce un'ipotesi di accordo che verrà meglio approfondita nell'incontro già fissato per il 31 luglio prossimo. Per Sergio Calò, della Fim-Cisl di Lecce, la trattativa è ben avviata; sia per un buon accordo, sia per la tutela dei lavoratori attuali e degli inserimenti di altri giovani. Anche le forze politiche hanno fatto la loro parte. «Il salento sta vivendo una difficile crisi economica e sociale - dicono i parlamentari Luigi Pepe e Antonio Rotundo - dopo la crisi della Gum, della Omfesa, il crollo delle esportazione dei settori tessile-abbigliamento e le difficoltà legate al credito d'imposta, il Salento non sopporterebbe una ulteriore riduzione dell'occupazione. Da qui l'urgenza di un'iniziativa del Governo, che scongiuri i tagli nella nostra provincia». Al vertice di ieri mattina erano presenti anche gli onorevoli Ugo Lisi e Achille Villani Miglietta, il vice presidente della Provincia Salvatore Capone e il vice sindaco di Lecce Paolo Perrone.
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