ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  CRONACHE  Pag.   8    )
Mercoledì 24 Settembre 2003

 

LA POLEMICA / Ma gli antiproibizionisti attaccano il governo: atteggiamento controproducente

«No agli inni sulla droga»

Fini contro le rockstar.Mantovano:sanzioni sugli spinelli 



ROMA Tolleranza zero contro la droga. Il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, torna a ribadire la posizione del Governo dopo l'annuncio di un imminente disegno di legge che sanziona l'abuso e l'uso delle sostanze stupefacenti e cancella la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Un'espressione niente affatto casuale. Anzi, «la frase più appropriata», ha sottolineato il vicepremier, che «non vuol dire manette, logica poliziesca o retate», ma «combattere la sottovalutazione». Il vicepremier ha criticato gli «opinion leader come i cantanti rock che dovrebbero riflettere prima di dire che drogarsi è un diritto e che la cultura dello sballo non può essere criminalizzata. Perché - ha concluso - si assumono una responsabilità e perché i dati scientifici dimostrano che le droghe causano danni individuali». Sulla tolleranza zero si è detto d'accordo anche il ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Anche il ministro della Difesa, Martino, di note posizioni antiproibizioniste non risparmiando una battuta ha detto «non posso che parlarne in difesa...». Ad insorgere sono gli antiproibizionisti, che parlano di un passo indietro e illiberale, contro cui in molti annunciano disobbedienza civile e referendum. In base al progetto del governo contro la droga, come ha assicurato il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, chi viene sorpreso a fumare uno spinello rischia il richiamo da parte del prefetto o al più una sanzione amministrativa, ma di certo non il carcere. «Ci sarà - ha spiegato - un richiamo da parte del prefetto o al massimo una sanzione amministrativa».


REAZIONI -
Daniele Capezzone, segretario dei Radicali, parla di «linea talebana»: se Fini «insiste dovrà misurarsi con un nuovo referendum radicale ancora più esteso di quello del '93». Sulla stessa linea il verde Paolo Cento: se il Governo andrà avanti sul ddl annunciato ci sarà «una grande mobilitazione civile capace di affossare questo proibizionismo» ricorrendo a tutti i mezzi, dalla disubbidienza al referendum. Secondo Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito radicale transnazionale, se le anfetamine sono diventate «la prima droga in decine di Paesi lo si deve alla tolleranza zero». Per l'ex ministro della Sanità, Rosy Bindi, «la criminalizzazione riempie le carceri e non risolve il problema».


COMUNITA' E ASSOCIAZIONI -
Per Sergio Segio, responsabile del progetto carcere del gruppo Abele, nella strategia del Governo «eguale a zero risulta non già e non solo la tolleranza quanto il buon senso e l'evidenza scientifica», dimostrando di aver scelto la «campagna ideologica» e di avere «memoria zero» sul fenomeno. Col ddl governativo, per Stefano Anastasia, presidente dell'associazione Antigone, si «torna indietro di decenni» e «la tolleranza zero evocata da Fini crea disastri sociali e riempie le prigioni a dismisura». La proposta di Fini? «Una bestemmia», per don Andrea Gallo, che giudica il ddl «una clamorosa marcia indietro».


    

 

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