ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


 

Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Mercoledì 24 aprile 2002

Marco Seclì


I Democratici di sinistra di nuovo a testa bassa contro il «partito del sindaco». Parla il segretario Umberto Uccella

 

«Il Polo? Non ha più il diritto di governare»
«Un'illegittima commistione tra funzioni pubbliche e attività private»


Nessuna criminalizzazione dell'avversario, premette. Ma l'affondo non è di fioretto. Umberto Uccella, segretario provinciale dei Ds, non risparmia fendenti al veleno all'indirizzo dell'amministrazione Poli. E a finire sotto accusa è di nuovo il «partito del sindaco», il cui operato sarebbe viziato «da gravissimi conflitti di interesse tra funzioni pubbliche e attività private, una commistione che inficia la stessa legittimità a governare».

Ne è convinto, segretario?
«Perché, è forse normale che il sindaco sostenga il progetto elaborato dal fratello, che l'assessore Giancane deliberi un'opera di cui è il direttore dei lavori, che un altro assessore compri il terreno dal Comune per costruirci appartamenti a vendere?».

Molti replicano che si tratta solo di un vizio antico della sinistra: demonizzare l'avversario...
«Io non pongo un problema giudiziario, poiché il conflitto di interessi può anche avere una base di legittimità formale. Il punto è un altro: un'amministrazione che voglia dare pari chance agli imprenditori, ai tecnici, ai giovani disoccupati non può che affrontare alla radice una questione politica che riguarda la netta separazione tra funzioni pubbliche e attività private. Non si tratta perciò di criminalizzare per motivi personali il sindaco Poli, l'assessore Bianco e quant'altri, ma l'imparzialità della pubblica amministrazione è fondamentale per rispondere alle esigenze vere della città».

Il centrosinistra quindi cosa farà, se dovesse vincere?
«Con Alberto Maritati ribalteremo la logica e il modo di governare la città. Finora è stato dato tutto a pochi, noi vogliamo creare opportunità per tutti. E questo si riflette anche sull'attenzione verso l'insieme del territorio...»

E cioè?
«Un esempio: la città non è pulita e vivibile soltanto se sono vivibili piazza Sant'Oronzo e piazza Mazzini, ma se la stessa attenzione si concentra anche verso le periferie».

In ogni caso, la giunta Poli ha dimostrato in questi quattro anni di saper reggere ad ogni intemperie: almeno questo è un merito?
«Non mi pare che sia tutto filato liscio. Il fatto che l'assessore Capone dia vita ad una propria lista è emblematico di come il "partito del sindaco" abbia tagliato fuori le forze politiche in quanto tali. E un riflesso c'è stato anche al congresso provinciale di An».

Ci spieghi...
«La mia lettura di quel congresso è che si siano fronteggiati di sicuro una destra nostalgica e un'altra con ambizioni moderniste. Ma, sotto questa vernice, si nasconde uno scontro di potere e l'aspirazione della maggioranza raccolta attorno a Mantovano di compartecipare al governo dei flussi finanziari. Sembra un po' di rivedere il pentapartito e le logiche notabiliari che hanno caratterizzato un'epoca che pensavamo fosse definitivamente alle nostre spalle».

Ma passiamo ai vostri, di problemi. La sinistra interna di Sergio Ventura e Giulio Aresta mostra tuttora perplessità sulla gestione della dirigenza. E la lista Ds per le comunali potrebbe risentirne.
«La dialettica congressuale dovrebbe essere superata del tutto in campagna elettorale. Sulla costituzione delle liste vi è una responsabilità comune determinata da un vincolo di appartenenza che si scioglie solo separandosi dal partito».

Ed esiste un rischio di scissione?
«Nessuna scissione e nessuna tentazione di scissione. Anzi credo che in questi giorni la nostra minoranza congressuale adempirà a quelle responsabilità comuni proponendo una serie di candidati che potranno rafforzare la lista a Lecce città».

Quella varata finora a qualcuno sembra deboluccia. È vero?
«No. Stiamo lavorando a completare una lista che, sia pure priva di nomi altisonanti, vuole rappresentare la società leccese nella sua interezza, con le sue dinamiche e il suo processo di modernizzazione. Abbiamo operato un forte rinnovamento della rappresentanza, un effetto del rinnovamento della classe dirigente del partito anche sul piano generazionale».

Allargando l'orizzonte, anche in questa tornata amministrativa i Ds in provincia saranno alla prese, come successo in quella scorsa a Gallipoli, Melissano Galatina, con il problema delle alleanze? A Racale la sezione si è gia divisa.
«Certi fenomeni, dettati soprattutto da aspirazioni personalistiche, hanno subito un forte ridimensionamento. E questo credo dipenda proprio dal buon esito delle amministrative del maggio scorso, quando indicammo senza tentennamenti una linea politica che il partito deve necessariamente seguire anche in sede locale».

La vuole ribadire?
«Dappertutto alleanze di centrosinistra, senza escludere la possibilità di allargare il perimetro della coalizione anche a forze che hanno rotto con il Polo e che oggi possono aggiungersi al nostro schieramento. L'esempio di Vaglio a Nardò e le dichiarazioni impegnative dello stesso candidato sindaco dimostrano come il centrosinistra, senza trasformismi, possa allargare la propria influenza e mettere in campo uno straordinario valore aggiunto».

Quali sono le vostre aspirazioni verso l'esito delle elezioni?
«Dei 16 comuni, pensiamo di riconfermarci in quelli dove già governiamo e di affermarci in alcuni di quelli che escono dall'esperienza amministrativa del Polo».

In particolare? «A Nardò ci sono ottime possibilità».

Sabato scorso la Margherita è sbocciata anche nel Salento, e punta a riconfermarsi prima forza del centrosinistra. Questo può creare qualche problema di coabitazione?
«Tutt'altro: saluto con soddisfazione l'esito unitario del processo di costruzione della Margherita. E, al contrario di quanto si possa pensare, non siamo spaventati dal nuovo soggetto politico del centro. Proseguiremo senza incertezze nella collaborazione di governo. Al tempo stesso non escludiamo una sana competizione: sarà uno stimolo in più per allargare l'influenza dell'Ulivo e del centrosinistra».

 

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