ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di LECCE Pag. 74 ) |
Sabato 26 Luglio 2003 |
Giovanni Delle Donne Una delegazione di Alleanza Nazionale guidata dal sottosegretario Alfredo Mantovano ha compiuto un sopralluogo nell’edificio in costruzione da 30 anni Oncologico, «Non bastano 20 posti-letto»
A settembre partirà il secondo acceleratore lineare, a fine anno saranno operativi i 20 posti letto di Oncologia medica previsti dal Piano di riordino ospedaliero ed arriveranno i finanziamenti per mettere a posto gli ultimi piani dell'edificio. Queste, in estrema sintesi, le «buone novelle» che la delegazione di Alleanza nazionale guidata dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha appreso durante una visita all'Oncologico. A rassicurare gli esponenti di An ci ha pensato il direttore generale della Asl Lecce/1 Ambrogio Francone ma il risultato non è stato completamente raggiunto. «Aspettiamo di vedere concretizzato quanto il direttore riferisce - ha sottolineato Mantovano - ma per noi i venti posti letto previsti non rappresentano un punto di arrivo ma di partenza. Abbiamo diritto di chiedere cosa ne sarà del secondo, terzo e quarto piano. Ne ricaviamo una sala bingo? Ce lo devono dire, venti posti sono inadeguati per un territorio di competenza che comprende le province di Lecce, Brindisi e Taranto». A toccare con mano lo stato di salute dello «storico» Oncologico salentino c'erano, insieme al sottosegretario all'Interno, l'onorevole Ugo Lisi, il presidente provinciale del partito Saverio Congedo, i consiglieri provinciali Biagio Ciardo e Antonio Megha, sindaci, consiglieri comunali e dirigenti del partito. Ad illustrare i programmi ci ha pensato il direttore generale. «Per quanto riguarda il Polo oncologico - ha spiegato Francone - gli utenti salentini devono stare tranquilli, perchè il Piano di riordino ospedaliero lavora proprio per accentrare in un'unica struttura ciò che adesso è spalmato in vari ospedali. Va ricordato che soltanto il 12 per cento delle prestazioni viene effettuato fuori della regione. Il resto della domanda di sanità viene soddisfatto egregiamente all'interno, dalle professionalità e dalla dedizione dei nostri medici». «Non si può fare in un mese ciò che non si è fatto in 30 anni - ha aggiunto Francone - per avviare il Polo oncologico occorre adeguare la struttura alle nuove norme e ci vuole tempo. Al sesto piano abbiamo previsto gli ambulatori dei medici, con le varie specialità, al quinto i 20 posti letto. Entro il primo settembre parte il secondo acceleratore lineare e le liste di attesa che oggi sono di tre mesi scenderanno a due. Finora si è lavorato in strutture precarie, con ematologia, radioterapia, oncologia sparse negli ospedali di Lecce, Galatina, Campi e altri. Dal prossimo gennaio si concentrerà tutto all'Oncologico. La Regione ha già stanziato i fondi per l'acquisto della Tac e di tutte le attrezzature diagnostiche». Un bel passo avanti, dunque, rispetto al passato ma per An non basta ed è pronta a lanciare proposte di discussione. «Non si può pensare di lasciare nell'abbandono tre piani dell'edificio - sottolinea Ugo Lisi - Si potrebbero, ad esempio, creare ambienti idonei per far sostare dignitosamenti i malati dopo la terapia. O per dare ospitalità alle famiglie che vengono da lontano per accompagnare i loro congiunti malati. Formalizzeremo questa ed altre proposte». Mantovano è categorico. «L'Oncologico - spiega - è una questione che interpella tutte le forze politiche senza distinzione di schieramento; devono scendere in campo tutti, Provincia, comuni, associazioni. Bisogna sfruttare completamente la struttura; le risorse si troveranno, magari anche con il concorso dei privati, ma ci deve essere una strategia. Certo, se il Piano regionale non va oltre i venti posti letto i privati non avranno nessun interesse ad intervenire». Che ci sia già una cordata pronta a riportare in auge l'antico progretto di un Istituto per lo studio e la cura dei tumori a Lecce? Per ora non è dato saperlo. La questione Oncologico rischia di diventare il punto nodale del confronto politico-sanitario destinato a continuare anche quando le polemiche per il riordino ospedaliero saranno sopite. E dovrà fare i conti con i continui cambiamente dell'approccio terapeutico ad una malattia che ormai rischia di assumere il monopolio della sofferenza. Sarà perciò necessaria una integrazione disciplinare che «può essere aiutata - dice Mantovano - da una collocazione logistica adeguata. L'Oncologico può diventare la casa del confronto e di coordinamento tra i vari specialisti che operano nelle varie strutture del territorio». L'inziativa di An, assicurano, non ha risvolti politici; non vuole essere un attacco alla Regione anche se la scoccata finale del sottosegretario è di quelle pesanti. «Abbiamo chiesto chiarimenti - conclude Mantovano - all'assessore regionale alla Sanità. Mazzaracchio però continua a non farsi sentire, il suo silenzio è inqualificabile».
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