ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di LECCE Pag. 70 ) |
Giovedì 26 giugno 2003 |
I Ds intervengono sui casi «Marti e Capone» condividendo il ragionamento del Sottosegretario Mantovano
«E’proprio questione morale» Sul caso Marti ha ragione Mantovano, ma non scordate Capone». I Ds rispondono a Forza Italia, intervenuta, l'altro ieri, dopo che il Sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano aveva fatto riferimento alla questione morale in politica e nell'amministrazione pubblica. Ma il capogruppo degli Azzurri non tarda a ribattere al segretario provinciale dei Ds. «Il Sottosegretario ha posto correttamente il tema della questione morale - sostiene Umberto Uccella, responsabile provinciale dei Ds - nello stesso modo in cui noi lo abbiamo posto: non come questione penale ma come questione squisitamente politica. Considero l'uscita di Giordano priva di qualsiasi senso delle istituzioni ed ispirata ad una faziosità davvero senza limiti - continua - Come si fa a dire che il problema dell'eventuale ritorno in giunta di Marti è questione che riguarda solo Forza Italia? E che non è problema della maggioranza, men che meno dell'opposizione, nè del Consiglio e che non è problema che possa riguardare i cittadini? Per lui si tratta di panni da lavare in casa, lontano da occhi indiscreti. Lo sanno anche i sassi che l'idea di far tornare Marti in giunta nasce dall'incapacità di allontanare Capone - sostiene Uccella - Invece, la si vorrebbe far passare alla stregua di un atto riparatorio per aver subìto, l'ex assessore, una sanzione eccessiva a fronte di un gesto che altro non era che una ragazzata. Ma le cose non stanno così. Marti e Capone sono stati chiamati in causa per una vicenda gravissima e, prima con l'autosospensione di entrambi, poi con le dimissioni di Marti, vi era stata un'esplicita ammissione di responsabilità. Questo avrebbe dovuto comportare un gesto esemplare da parte della maggioranza, indipendente dalle risultanze dell'azione giudiziaria - ritiene il segretario diessino - Invece si è pasticciato, si sono fatti pesi e misure diversi, e nè i partiti nè il sindaco hanno avuto la forza di compiere l'unico atto responsabile che ci si poteva attendere: la sostituzione in giunta di Roberto Marti e di Antonio Capone. La maggioranza, in Consiglio, ha persino evitato il confronto sulla mozione del centrosinistra. Ecco perchè si pone una seria questione morale - insiste Uccella - Perchè alla limpidezza dei compiti istituzionali si è privilegiata la difesa di un equilibrio politico sempre più precario, fatto di veti incrociati, di solidarietà obbligate, di vincoli di cordata che, alla lunga, danneggerà proprio chi governa e l'immagine della stessa città». Immediata la replica di Michele Giordano. «E' singolare lo sviluppo della vicenda - spiega il capogruppo di Forza Italia - che si crea dal nulla, senza che Marti abbia chiesto alcunchè e senza che il partito si sia mai riunito sulla questione. Insomma, il caso non esiste. E comunque - aggiunge - il problema, quando sarà tempo, dovremmo porlo prima all'interno del partito, poi della coalizione e poi della città. Certo, alla luce dei fatti noti rivenienti da Palazzo di Giustizia, si può iniziare a riflettere sulla riabilitazione di Marti sul piano politico. Comunque - continua - quella di Uccella è una cultura disfattista oltre che una speculazione politica di bassa lega e da lui non prendo lezioni». Quanto alla questione morale, Giordano dice: «ce la poniamo anche noi e non dimentichiamo che Forza Italia è stata l'unica a pagare in questa storia». Infine, Giordano ha qualcosa di dire anche a Saverio Congedo, presidente provinciale di An. «Non mi sembra che An si riconosca completamente in quello che dice Mantovano - sostiene - Semmai, è più vicina alle nostre posizioni che, per certi versi, non sono distanti da quelle di Mantovano».
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