ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:     Pag.     )
Mercoledì 27 novembre 2002

Luca Natile

Blitz degli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Corato: nove in manette, ma il capo fugge

Sesso & alloggio, il business di «El Gordo»
Sgominata organizzazione italo tunisina: gestiva un giro di squillo colombiane


 

Esigevano metà dei compensi e, a parte, si facevano pagare vitto, alloggio, assistenza, e accompagnamento, persino i profilattici. La squadra mobile di Bari, diretta dal dottor Luigi Liguori, ha smantellato ieri un'organizzazione criminale italo-tunisina, capeggiata da M'Amdi Abdetabar, 38 anni, detto «El Gordo», che dal gennaio scorso ad oggi avrebbe diretto, reclutato, indotto e favorito la prostituzione di giovani donne colombiane sulla statale 98, tra Ruvo e Terlizzi. Alle spalle delle colombiane «campavano» in tanti, gli sfruttatori che le tenevano sulla strada, l'albergatore che le dava da dormire, il ristoratore che preparava per loro pranzo e cena ( consumati spesso sulla strada), il conducente del pulmino che le portava sul posto di «lavoro», anche i proprietari dei terreni dove i «papponi» tunisini avevano sistemato le alcove, due container e una vecchia roulotte.

Per ogni «servizio» versavano una quota fissa, 15 euro, una specie di ticket. L'organizzazione smantellata con un blitz ieri mattina dagli agenti della sezione Criminalità extracomunitaria e prostituzione, della squadra mobile, diretta dalla dottoressa Maria Letizia Laselva, insieme ai colleghi del commissariato di Corato era in mano a immigrati tunisini, che avevano assoldato gente del posto, italiani, affidando loro solo ruoli e compiti di supporto. Le prostitute sudamericane, giunte in Italia con un permesso di soggiorno turistico, naturalizzate grazie ad un matrimonio di facciata (4.000 euro e l'organizzazione trovava loro un marito di comodo) non rimanevano sulla stessa piazza più di due settimane.

Insieme a «El Gordo» (del quale si sono perse le tracce alcune settimane fa) ad organizzare il traffico c'era suo fratello Bechir Bar Abdellatif, 41 anni e altri tre tunisini, i fratelli Mohamed Alì, Sauber Ben Alaya e Adblekader Ben Alaya Jelasi, rispettivamente di 29, 25 e 31 anni. Solo l'ultimo è stato catturato, gli altri sono latitanti, insieme ad una quinta persona della quale non è stata rivelata l'identità. Secondo gli investigatori potrebbero essere già tornati in patria. Sono state fermate anche cinque prostitute, quattro colombiane e una calabrese.

Delle 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal dal gip del Tribunale di Trani Michele Nardi, su richiesta del pm inquirente Pasquale Drago, nove sono state eseguite. Tra gli arrestati c'è anche il proprietario del «Geniusi», l'albergo di Corato dove le colombiane alloggiavano, Michele Scaringella, di 55 anni, di Corato, e il fornitore dei pasti destinati alle prostitute, Pasquale Del Vecchio, barese di 47 anni, accusati di favoreggiamento. Sono finiti in carcere Antonio Vaccaro, 53 anni, di Cellamare, Giuseppe Carbone, 47, di Corato, la sua ex convivente Anna Maria Pansini, 54, Saverio Tangorra, 42, di Adelfia. Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari Giuseppe Robles, 24 anni di Bitonto e Maria Dalila Rincon Maejia, 31 anni, colombiana, ex prostituta.

Altre undici persone verranno rinviate a giudizio in stato di libertà. L' attività di prostituzione si svolgeva in due container e una roulotte che sono stati rimossi come avvenne lo scorso gennaio con l' aiuto dell'Esercito in un'altra maxi operazione. Ogni donna incassava almeno 1.000 euro al giorno, metà della somma veniva versata all' organizzazione criminale. «Soddisfazione» è stata espressa dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano per questa operazione e per gli arresti compiuti a Brindisi dai carabinieri del Ros nel corso di un blitz contro la mala italo-albanese che controlla l'immigrazione clandestina.


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