ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO | Domenica 28 aprile 2002 |
Giuseppe Mazzarino
I dubbi sul blitz contro i poliziotti
ROMA - Poliziotti arrestati, governo e forze di maggioranza si schierano senza esitazione con gli agenti. Dopo l'immediata solidarietà del vicepremier Fini e del ministro dell'Interno Scajola agli agenti arrestati, ieri tutta la maggioranza ha preso posizione, a volte con toni durissimi nei confronti della magistratura. Se il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, An, che di professione è oltretutto magistrato, mostra un alto senso dello Stato pur esprimendo dubbi sulla necessità di operare quegli arresti («mi domando - si è chiesto - fino a che punto fosse effettivamente necessario arrivare a privarli della libertà, cioè fino a che punto, ad oltre un anno dai fatti, ci fossero esigenze di acquisizione di prova, pericolo di fuga o pericolosità sociale di appartenenti alla Polizia»), il suo compagno di partito Cannella collega l'operato dei magistrati napoletani con quello delle «tute bianche» no global. Eccessi a parte, la linea del governo è univoca: con i poliziotti; e in molti aggiungono anche contro la magistratura. Dopo la solidarietà a caldo, ieri Fini ha avuto colloqui telefonici col questore di Napoli e col procuratore capo Cordova. «Nessuno può essere considerato al di sopra della legge - dichiara intanto il portavove di An, Landolfi - ma nel caso degli agenti napoletani sembrano mancare del tutto i presupposti giuridici; per questo non può sorprendere la protesta. Per alcuni settori della magistratura napoletana i gravi disordini del marzo 2001 non furono causati dalle molotov dell'ultrasinistra ma dagli sfollagente dei poliziotti, e tutto ciò, alla vigilia di importanti manifestazioni di piazza, rischia di trasformarsi - è la durissima conclusione - in un messaggio intimidatorio alle forze dell'ordine». «Profonda solidarietà alla Polizia» esprimono i capigruppo di Forza Italia, Schifani e Vito, «perplessi» sulla privazione della libertà inflitta «a tutori dell'ordine che nel proprio lavoro mettono quotidianamente a rischio la vita», mentre il ministro Buttiglione (Udc), pur premettendo di «rispettare la magistratura», aggiunge che «è difficile negare che sembra di percepire un messaggio politico di sostegno e quasi di garanzia di impunità a chi aggredisce lo Stato, e invece di diffidenza, di sospetto, di repressione contro chi sulle piazze lo difende». «Stupefatto e incredulo», il leghista Calderoli si chiede se ci sia chi «ha ragione di temere la simpatia dimostrata dalle forze dell'ordine nei confronti del governo». Quindi un interrogativo provocatorio: «c'è chi ha interesse a demotivare le forze dell'ordine rispetto al controllo delel manifestazioni di piazza, proprio quando qualcuno cerca, usando la piazza, di ribaltare il risultato elettorale?». «Totale fiducia» nei poliziotti napoletani dichiara Alessandra Mussolini, che attende ancora, dice polemica, «indagini sui finanziatori e fiancheggiatori anche istituzionali dei no global violenti». «No al giustizialismo di ritorno», proclama intanto il forzista Biondi, ex Guardasigilli, mentre il leghista Borghezio impreca contro «pubblici ministeri politicizzati a senso unico», ai quali vuol sottrarre «il giudizio sui comportamenti delle forze dell'ordine». Durissimo anche il ministro Giovanardi: «si ripropone il problema della irresponsabilità illimitata di cui godono i magistrati per i loro atti, specie quando vengono arrestati cittadini, in quetso cao poliziotti, violando il principio costituzionale della non colpevolezza fino a sentenza in giudicato». Solidarietà piena alla Polizia anche dall'ex Capo dello Stato Cossiga: «sono incatenato anch'io con voi», dice.
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