ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo comparso su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Mercoledì 29 Agosto 2001

Giovanni Delle Donne

«Usura, anche la Regione facia la sua parte»

«I cittadini onesti ci aiutino»


LECCE - Lotta alla criminalità e ruolo delle istituzioni. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ribadisce l'impegno del governo e chiama a raccolta le istituzioni

La vicenda dei due consiglieri comunali di An rimossi a Bari evidenzia il rischio criminalità organizzata. C'è anche un rischio inquinamneto della politica?
«Il rischio criminalità organizzata sta nei fatti alla luce di ciò che è accaduto negli ultimi mesi e di quella che appariva una sorta di presa di possesso da parte di alcuni clan di zone del capoluogo pugliese. Credo comunque che oggi, a fronte di quello che è più di un rischio, la situazione sia più serena».

Il rapporto con la politica?
«Il pericolo di inquinamento di ambienti politici non è un dato di oggi; è un pericolo che c'è sempre quando ci si trova difronte a realtà criminali organizzate. Chi svolge attività di prevenzione deve essere pronto ad intervenire ed al tempo stesso tutte le forze politiche, senza distinzione, devono prendere le distanze in modo netto rispetto agli ambienti criminali».

Come può un partito come An commettere l'errore di candidature discutibili?
«Nei confronti di Terlizzi e di Volpicella non vi è stata nessuna decisione di condanna giudiziaria neanche di primo grado; quindi la presunzione di non colpevolezza, se vale per tutti, vale anche per loro. Altro dato oggettivo è che il ministero dell'Interno, valutando e recependo la relazione della commissione prefettizia di Bari, non ha atteso esiti giudiziari neanche di primo grado, e neppure il rinvio a giudizio, per eliminare sul nascere qualsiasi anche remoto rischio anche di vicinanza della sfera politica a quella della criminalità. An, proprio alla luce del provvedimento del ministro dell'Interno, ha ritenuto, prima ancora che intervenisse qualsiasi azione giudiziaria, di sospendere dal partito i due consiglieri».

C'è una sollecitazione dietro l'iniziativa del ministro?
«Il decreto è del ministro che recepisce le risultanze della commissione prefettizia di Bari, da parte mia non c'è stata alcuna sollecitazione. C'è stato un rispetto della competenza esclusiva del ministro ed una prevalenza del profilo istituzionale su quello del partito».

Il sindaco di Bari ha detto di ritenersi parte lesa nei loro confronti perchè i due erano suoi oppositori nella coalizione
«Se il principale esponente del municipio di Bari ritiene lesa l'immagine di questo ente, suppongo che farà seguire a tale dichiarazione anche la costituzione di parte civile».

A Lecce è in corso una vera guerra di mafia
«Rispetto al disiorientamento di qualche tempo fa oggi c'è un quadro più sereno, il che non consente facili illusioni. La repressione deve essere sempre più efficace potendo contare non solo sulla collaborazione dei cosidetti pentiti ma dei cittadini onesti. Da questo punto di vista sia a Lecce che a Bari ci attendiamo di più. Mi riferisco ad un controllo più attento del territorio, ad una applicazione ancora più intensa delle misure di prevenzioni personali e soprattutto patrimoniali (il sequestro e la confisca dei beni). Mi auguro un uso più massiccio degli strumenti utili per uscire dalla morsa del racket dell'usura. Penso, a proposito dell'usura, ad un ruolo più attento da parte delle banche e degli enti locali».

«Molte parole prima, pochi fatti dopo», questa l'accusa lanciata dal senatore Maritati al governo ed a lei
«Non oso rispondere al senatore Maritati. Mi limito ad osservare che questo governo ha giurato da due mesi e mezzo; pretendere su questo terreno, con l'eredità che abbiamo ricevuto, risultati immediati non dico che sia di cattivo gusto ma non è di buon senso. Per recuperare il terreno sul fronte ampio della sicurezza e dell'ordine pubblico saranno necessari annni di inversione di tendenza e di investimenti più massicci. Eppure, i risultati non mancano. Ciò che è accaduto a Bari ed a Lecce è significativo».

La criminalità si può vincere o bisogna rassegnarsi a convivere?
«La battaglia si potrà vincere se ci sarà un accordo tra la varie istituzioni presenti sul territorio. Il ministero dell'Interno ed il governo faranno la loro parte; io chiederò nei prossimi giorni un incontro al presidente della Regione Puglia perchè anche la Regione può recitare una parte importante su questo fronte. Faccio due esempi: la Regione Sicilia due anni fa ha approvato una legge antiracket che in qualche misura integra disposizioni già previste dalla legislazione antiracket nazionale coprendo ad esempio le spese di cosituzione in giudizio come parte civile dei danneggiati dal racket. Analogamente la Regione Lazio ha approvato una legge che prevede, per le vittime dell'usura, un sistema di garanzie in certi casi totali nei confronti degli istituti di credito».

Poi ci sono i sindaci
«Il lavoro avviato con si sindaci deve essere ulteriormente intensificato. Credo che vada sollecitata la riflessione di qualche comunità in particolare su ciò che accade prorpio sul proprio territorio. Quando vent'anni fa esplose la Sacra corona unita, nella provincia di Lecce c'erano più centri di rischio: Surbo, Campi, Monteroni, Copertino, Gallipoli, Taurisano. Oggi molti eventi criminosi gravi accadono nel territorio di Surbo. Io mi limito a mettere un grande punto interrogativo che però deve trovare un seguito di riflessione anzitutto da parte di coloro che vivono in quella comunità e la conoscono meglio di chiunque altro. La repressione - e questo non riguarda solamente Surbo - è efficace ma non basta. Se l'Humus nel quale nascono certi fenomeni resta lo stesso, il ricambio è solo questione di tempo».

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