ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACHE dal NORD SALENTO Pag. 87 ) |
Sabato 31 maggio 2003 |
Trepuzzi Indispensabili commesse per due anni, così da assicurare la riconversione aziendale Omfesa, gli operai sui binari
TREPUZZI - L'Omfesa riparte dalla cassa integrazione straordinario. O, meglio, dalla promessa che tutti i parlamentari e i consiglieri regionali salentini affiancheranno il sindacato in questa battaglia. Una promessa che, tutto sommato, è bastata per convincere i lavoratori delle officine meccaniche del Salento a smobilitare l'occupazione della stazione di Trepuzzi che per qualche ora ha bloccato il traffico ferroviario in arrivo e in partenza da Lecce. La giornata è iniziata con la programmata assemblea davanti al Comune, alle 18; riunione a cui erano stati invitati i parlamentari e consiglieri regionali salentini. Nel corso del dibattito è partita la proposta di tornare ad occupare la stazione, cosa che è avvenuta di lì a poco. Dopo le comunicazioni di rito, verso le 21, è arrivato il sottosegretario Alfredo Mantovano, invitato dal Questore di Lecce. Sul posto c'erano già i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil e Cisal, i parlamentari Antonio Rotundo e Alberto Maritati, il vice presidente della Provincia Salvatore Capone, i consiglieri regionali Antonio maniglio ed Enzo Russo, il direttore generale dell'Omfesa Ennio De Leo. Lo stesso De Leo, ricordiamo, aveva preannunciato la messa in mobilità di 187 lavoratori e nel corso del suo intervento ha spiegato che l'azienda non è più in grado di sostenere le spese correnti e che, per andare avanti, ha bisogno di circo due milioni di euro. All'arrivo di Mantovano è iniziato un dibattito nell'aula della Giunta. Subito dopo, si è svolta una riunione ristretta, a cui hanno partecipato praticamente tutti. In questa riunione si è deciso che l'azienda non metterà in mobilità i lavoratori e che l'onorevole Mantovano, insieme agli altri parlamentari presenti, si impegnerà presso il Governo per ottenere la cassa integrazione straordinaria siino alla fine dell'anno. Tuttavia, nessuno ha assunto un impegno preciso, anche perché tutto è stato rinviato all'incontro di martedì prossimo in prefettura, sollecitato in precedenza dallo stesso Mantovano per fare il punto della situazione. La crisi dell'Omfesa, comunque, rimane in tutta la sua evidenza. E a niente servono le 50mila ore di lavoro che l'azienda è riuscita ad aggiudicarsi con una gara. Per sbloccare la crisi è necessario che Trenitalia dia, a trattativa privata, commesse per 50 milioni di euro, ovvero lavoro per due anni che consentirebbe all'Omfesa di riconvertire la sua attività. E, per dirla con le parole del direttore De Leo, «se Trenitalia volesse, si potrebbe fare perché in altre occasioni e per altre aziende è stato fatto, e noi lo sappiamo». Se ciò non dovesse accadere, per l'Omfesa, citando sempre le parole di De Leo, non c'è che la strada del concordato preventivo, l'anticamera del fallimento.
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