Intervista col vice sindaco Perrone, capodelegazione di Forza Italia in municipio. «Questo governo di centrodestra sarà la carta vincente anche per le Provinciali»
«Il governo del centrodestra a Palazzo di Città sarà la carta vincente anche per le Provinciali». Il vice sindaco Paolo Perrone, di Forza Italia, indica il modello da seguire per espugnare Palazzo dei Celestini con le elezioni della primavera prossima. Da parte sua, respinge ogni avances alla candidatura alla presidenza e dà la benedizione a Raffaele Baldassarre, coordinatore provinciale del suo partito. Intanto, rimette ordine nel gruppo consiliare e nella delegazione assessorile: da una parte, precisa i contorni della vicenda Cazzella; dall'altra, auspica un rientro a breve in giunta di Roberto Marti. E mentre lavora per tessere il filo dell'unità nel partito dalle molteplici anime, progetta la città del futuro.
Per cominciare, si trova a fare i conti con un'altra "separazione". Si sente responsabile della presa di distanze di Francesco Cazzella in seguito all'elezione del revisore dei conti?
Non credo sia una separazione. Forse la delusione a caldo ha fatto fare dichiarazioni la cui portata va rivista a mente fredda. Il gruppo non ha trovato l'accordo su uno dei tre professionisti indicati ed è passato il principio che un gruppo così folto si esprimesse tramite votazioni. Se poi qualcuno considera antidemocratici criteri così oggettivamente democratici, penso dipenda dalla delusione del momento.
Ma sono state fatte accuse forti come clientelismo, arroganza e prepotenza.
Qual è la prepotenza quando una larga parte di consiglieri è concorde nel sostenere un nome?Il vice sindaco Paolo Perrone non ha imposto alcun candidato, anche se lo ha condiviso. Se, poi, qualcuno che accetta prima il sistema della votazione poi, uscito soccombente, contesta le regole del gioco che ha accettato, la questione non ha bisogno di spiegazioni.
Quanto accaduto, però, dà ragione al sindaco quando dice che il vostro capogruppo non riesce a tenere unita la squadra.
Penso che in questa questione ci siano anche risentimenti personali nei confronti del partito.
Per questo la segreteria ha lasciato la "patata bollente" nelle vostre mani?
Secondo me la segreteria ha tenuto un comportamento assolutamente corretto: era una questione che riguardava il gruppo e non c'erano candidati della segreteria.
Quest'amministrazione non riesce a decollare. Secondo Mario De Cristofaro, le colpe sono da attribuire in proporzione alla presenza nella maggioranza, dunque soprattutto a voi.
Non è così. Nella prima consiliatura ci siamo confrontati con il precedente governo di centrosinistra assolutamente fallimentare, le cui due opere più grandi sono state la transazione con la Saspi e quella per gli espropri della tangenziale Est, dopo un contenzioso risoltosi al Tar. Oggi, è evidente che il confronto con quattro anni di grande attività non può che risultare difficile ma non vedo un rallentamento. Piuttosto, alcuni grossi cantieri hanno dovuto scontare "verifiche" particolari, come quello del viale dell'Università, dove i lavori, se avessero seguito i tempi delle procedure normali, sarebbero molto più avanti. Ad ogni modo, i risultati si potranno vedere al momento del consuntivo; siamo ancora al primo anno della consiliatura.
Secondo De Cristofaro il sindaco è stanco. Lei si ritrova con un surplus di lavoro?
Il sindaco non mi sembra assolutamente stanco. Per me c'è comunque maggior lavoro sia per il fatto di avere la responsabilità di un assessorato molto impegnativo sia per essere capodelegazione in giunta, un incarico che mi dà obblighi ed impegni di carattere prettamente politico che prima non avevo. Siamo impegnati in uno sforzo progettuale senza precedenti, pianificando interventi in tutte le attività e gli assi che sanciranno lo sviluppo ed il cambiamento della città. Pensiamo a quanto previsto nell'ambito della Misura 5.1 del Por, al Pis, al Pit, alle questioni dell'emergenza idrica ed ambientale (per la quale abbiamo ricevuto i tre milioni di euro dal commissario straordinario). Inoltre, guardiamo con interesse all'accordo che la Regione deve fare con i Beni culturali, a quanto predisposto nell'ambito della legge sul Barocco: Sono attività che richiedono un impegno ed uno sforzo progettuale che viene svolto all'interno degli uffici e quindi non hanno visibilità esterna.
Come vorrebbe cambiare la città?
Innanzitutto c'è la volontà di continuare il percorso intrapreso nella passata consiliatura. Per quanto riguarda il settore di mia competenza - le infrastrutture - ricordo che il progetto Urban ci ha permesso di rivitalizzare il centro storico sia nell'assetto strutturale sia sotto il profilo artistico-architettonico sia dal punto di vista sociale. Inoltre, abbiamo già ottenuto il finanziamento per il Pru a "San Pio"; stiamo istituendo il Contratto di quartiere per lo "Stadio"; la zona di "Santa Rosa", invece, rimane nelle aree di intervento della Misura 5.1, che, più in generale, riguarda la cerchia intorno al centro storico. La capacità, ora, sarà quella di programmare opere di qualità, attivando anche partenariati efficienti con le forze sociali, con il privato, con altri enti pubblici. Ma per una Lecce migliore bisognerà mettere compiutamente mano all'emergenza-traffico. Devo dire che l'assessore Gianni Peyla sta adottando scelte coraggiose, che io condivido nei termini generali, perchè cozzano sia con l'abitudine ad essere sempre meno propensi ad utilizzare mezzi alternativi all'auto; sia perchè si scontrano con la innegabile resistenza al cambiamento della nostra città. C'è poi il problema della pulizia. La nostra città non è per nulla pulita, è una città gioiello ma è un gioiello purtroppo macchiato da un servizio di nettezza urbana che non funziona. Al di là delle responsabilità, mi auguro che finalmente si possa procedere al più presto ad un affidamento singolo per la città oppure integrato per tutto il bacino che, comunque, abbia standard di qualità migliori.
Sta già pensando al "dopo Poli"?
Assolutamente no. Sono orgogliosamente impegnato a fare l'assessore ai Lavori pubblici ed il vice sindaco.
Ma ha già dichiarato la sua aspirazione a fare il sindaco.
Mancano ancora molti anni, c'è tempo.
Però si è affrettato a respingere l'ipotesi di una candidatura alla Provincia.
Non sarò candidato: sono troppo impegnato al Comune; ho iniziato un'attività complessa e vorrei vedere, da assessore, i frutti di quello che abbiamo progettato. Raffaele Baldassare rappresenta sicuramente un ottimo candidato.
Quello di Alfredo Mantovano è stato un riconoscimento oppure un tranello?
Mantovano ha contribuito ad accelerare il percorso che porta alla scelta del candidato riconoscendo al partito di maggioranza la paternità ad indicare il candidato. Chiedere una rosa dei nomi è una questione di dignità del suo partito a non piegarsi ad una pedissequa accettazione di una sola indicazione.
Perchè state aspettando tanto a formalizzare la candidatura?
A questa domanda devono rispondere le segreterie, magari quella regionale. Io non ho incarichi di partito, alle cui scelte mi rimetto. Se il candidato dovesse essere Baldassarre posso dire già da ora, come iscritto a Forza Italia, come uomo di centrodestra e come vice sindaco, di essere assolutamente d'accordo.
Quanto conterà l'esperienza del centrodestra al Comune nella corsa alla Provincia?
Lecce pesa elettoralmente circa un ottavo della provincia però dal punto di vista dell'immagine lo è certamente di più. Che la città in questi anni sia cambiata è innegabile; chiunque riveda Lecce ci fa i complimenti. Certo, i problemi di decenni non si possono risolvere con la bacchetta magica ma sono sicuro che il buon governo del centrodestra, al di là delle posizioni preconcette di qualcuno, peserà in campagna elettorale.
A che punto è il dialogo nel partito sul caso Marti?
Credo che una soluzione dovrebbe arrivare al più presto. Tutti sanno come la penso al proposito. Roberto Marti ha pagato la sua leggerezza al di là di quello che forse meritava e un rientro in giunta sarebbe anche un riscatto di carattere personale.
Ma in politica si tiene conto del rispetto delle persone?
Spero e credo ancora di sì.
Baldassarre ha bollato come "spazzatura politica" il passaggio di qualche esponente di Forza Italia nell'Udeur. Sandro Frisullo, dei Ds, ha risposto dicendo che avete dato posti di responsabilità a transfughi del centrosinistra. Che mi dice?
Le scelte politiche sono scelte di carattere personale. Ciascuno nel suo percorso politico può trovarsi di fronte a scelte che oggi fanno più meraviglia perchè mentre un tempo si cambiava soltanto partito oggi può accadere di cambiare anche schieramento. Credo di conoscere bene sia Michele Giordano (capogruppo) sia Stefano Ciardo (presidente del Consiglio) e posso dire di sentirmi molto vicino alle loro sensibilità, così come mi sentivo loro vicino quando stavano nei banchi dell'opposizione.
Vuol dire che lì erano fuori luogo?
No, voglio dire che sono scelte affidate alla sensibilità di ognuno. D'altra parte, sento spesso vicino pure qualche amico dell'opposizione, quindi non mi farebbe assolutamente specie di vederli seduti, domani, tra i banchi di Forza Italia o, comunque, nel centrodestra».