ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di GALLIPOLI Pag. 84 ) |
Mercoledì 5 Marzo 2003 |
Giuseppe Albahari Opposizione e «Sinistra che non c'è» insorgono dopo la sentenza di annullamento del servizio
Rifiuti, «scivola» la Giunta
Dimissioni di sindaco e giunta: dopo l'annullamento dell'affidamento alla Seta del servizio di nettezza urbana da parte del Tar, è la richiesta sia dell'opposizione consiliare, sia dell'associazione «Per la Sinistra che non c'è». «Ancora una volta, la nostra associazione - si legge nel volantino di quest'ultima - che pochi giorni fa ha denunciato pubblicamente quanto è stato perpetrato dalla giunta Venneri, ha avuto ragione. Sindaco faccia un bel regalo alla città: si dimetta e paghi i danni anche per questo appalto illecito; lo faccia assieme agli altri dieci consiglieri comunali che con lei hanno votato il 29 novembre quella delibera illegittima». L'associazione ha anche reso noto che a seguito della «lettera aperta» all'onorevole Alfredo Mantovano, e del suo riscontro, ha inviato un fascicolo sull'affidamento al Prefetto e alla procura della Repubblica. «Avevamo ragione noi», sottolineano Ds, Margherita, Sdi e Verdi, ricordando in un volantino come il Tar abbia detto che occorreva una gara di evidenza pubblica per garantire trasparenza e correttezza, come l'Ulivo lo avesse chiesto e l'arroganza della maggioranza non lo avesse consentito. «Ora sindaco e giunta - si legge - prendano atto della sentenza e non si arrischino a proporre ricorsi al Consiglio di Stato. La loro provata e dimostrata incapacità comporta un inutile e sistematico ricorso a cause che si possono evitare e che costituiscono un costo aggiuntivo per le tasche dei cittadini. La conseguenza è solo una: dimissioni immediate». «Dimissioni in blocco» chiede anche il capogruppo della Margherita Gianfranco Conte, che aggiunge: «L'amministrazione Venneri, che finora ha giustificato le sue incapacità lamentando le «trappole» disseminate dalle passate gestioni, si sta rivelando totalmente inadeguata a risolvere i problemi della città, creandone anzi di nuovi e di particolare gravità che si tramuteranno in «voragini finanziarie» e aumenti dei tributi per le tasche dei cittadini». Conclude denunciando il perseverante sperpero di denaro pubblico e l'accumulo di questioni irrisolte che saranno lasciate in eredità per le future amministrazioni. Il capogruppo Sdi Biagio Palumbo giudica la sentenza del Tar allineata sulle posizioni espresse in consiglio comunale e comunque per niente innovativa considerato che analoghe procedure sono state già annullate in altri Comuni della provincia, che la legge 448 del 2001 è antecedente l'affidamento deciso dal centrodestra e che l'asta pubblica per la concessione di servizi è imposta da un decreto del 1931. Confida che il Comune accetti la decisione dei giudici: «i cittadini - conclude - non comprenderebbero l'ulteriore esborso notevole di spese legali e pensano che se gli amministratori sono convinti del contrario, allora sarebbe bene che se le pagassero da soli». Per il consigliere indipendente Corrado Calvi, i problemi della maggioranza sono iniziati quando ha cominciato a sopravvivere preoccupandosi solo di avere comunque undici voti ogni volta che occorresse. «La sentenza del Tar sulla Seta - aggiunge - suggerisce che è possibile solo un ultimo tentativo per salvare la coalizione: ripartire dal programma e fare andare in giunta direttamente i leader, così che nessuno si nasconda dietro a qualcun altro».
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