BUFERA DI POLEMICHE / L’opposizione:daremo battaglia.Il sociologo: torniamo agli Anni 50
ROMA Via la distinzione tra droghe leggere e pesanti. E nessuna «dose minima giornaliera» consentita, perché l'uso di droghe è, di per sé, punibile. Sono i punti cardine del disegno di legge Fini, al quale il Consiglio dei ministri ha dato il via libera per la seconda volta, dopo l'esame preliminare del novembre scorso. Una secondo passaggio, quello per Palazzo Chigi, «che è un atto formale dopo l'esame della conferenza Stato-Regioni, che non ha modificato il testo del ddl», come ha sottolineato il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano.
SANZIONE AMMINISTRATIVA FINO A 250 MG DI «FUMO» -
Fino a 500 milligrammi di principi attivi di cocaina, 200 milligrammi di eroina, 0,05 mg per l' lsd, 200 mg di metadone, 200 mg di morfina e oppio, 250 mg di cannabis. Sono alcune delle quantità massime di sostanze stupefacenti che il ddl Fini ammette come detenzione personale, ma che vengono pur sempre punite, anche se con sanzioni amministrative. La pena prevista per chi supera la quantità fissata, è la reclusione tra i sei e i venti anni.
VIA LA PATENTE, MA ANCHE IL MOTORINO -
Le sanzioni amministrative vanno dalla sospensione della patente, del porto d'armi, del passaporto, del permesso di soggiorno e fermo amministrativo del ciclomotore in uso. In presenza di altri indici di pericolosità, o di recidiva, si applicano misure più incisive: obbligo periodico di firma, divieto di condurre veicoli a motore, o divieto di allontanarsi dal comune di residenza.
IL PROGRAMMA TERAPEUTICO PUÒ SOSPENDERE LA PENA -
Il ddl prevede la possibilità di entrare in un programma terapeutico di recupero, che può portare alla sospensione della pena eventualmente comminata fino a un massimo di sei anni, presso strutture non solo pubbliche ma anche private, comprese negli albi regionali.
CONTROLLI ANCHE NEI CONFRONTI DELLE FORZE DELL'ORDINE -
«Gli appartenenti alle forze armate e alle forze di polizia - si legge nel ddl - possono essere sottoposti a controlli di assenza di tossicodipendenza, secondo modalità definite con decreti dei ministri competenti, da adottarsi entro sei mesi dall' entrata in vigore della presente legge».
LE REAZIONI -
Repressivo e pericoloso: così è definito da alcune associazioni il ddl Fini. Chi lo avversa critica l'impostazione punitiva, chi lo sostiene lo difende dall'accusa di voler criminalizzare.
«E' un imbroglio - afferma Gloria Buffo (Ds) - dire che eroina è come spinello». Il verde Paolo Cento annuncia che sarà «battaglia in Parlamento» contro il ddl. Parere contrario anche da un ex promotore di una legge sulla droga, Claudio Martelli: «Si insiste su una strada fondata sull'ignoranza e sulla criminalizzazione».
E' giusto invece, per il farmacologo Silvio Garattini, abolire il concetto di droga leggera perchè ogni droga è un attentato alla salute. Si trova d'accordo anche Andrea Muccioli della Comunità di S. Patrignano
Il ddl Fini, per Marida Bolognesi (Ds), «è totalmente privo di fondamento scientifico». «Credo che il governo e Alleanza nazionale, che hanno promosso questa iniziativa - sostiene Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani - vogliano procedere sulla strada fallimentare che in questi anni ha già prodotto più droga, più morti, più mafia, più aids. Spero che ci ripensino e magari si facciano loro uno spinello». «Con questo giro di vite, sostanzialmente è come il cane che si morde la coda, si rischia di tornare nella palude repressiva degli anni '50» ha detto il prof. Paolo De Nardis, ordinario di sociologia all'univesità «La Sapienza» di Roma.