ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Sabato 6 aprile 2002

Alessandra Flavetta

Al congresso di An il leader della Lega attacca il «buonismo» dei moderati del Polo

 

Bossi: subito la legge sull'immigrazione
Il sottosegretario Mantovano (An): sì, ma va cambiata


 

ROMA - Di cosa doveva parlare il leader della Lega al congresso di An, se non della legge sull'immigrazione Bossi- Fini e sferzare i centristi della Casa delle Libertà che - anche in omaggio ai dubbi dei Vescovi sulla nuova normativa - qualche correzione al testo volevano pure apportarla? Una legge, quella sull'immigrazione, «persino un po' buonista», secondo il ministro per le riforme Umberto Bossi, molto applaudito dai colonnelli di An quando ha avvertito che «non ci sono e non ci possono essere dubbi sulla necessità che la legge passi al voto definitivo della Camera prima delle amministrative» del 26 maggio. Tanto che Fini, al termine dell'intervento di Bossi, l'ha baciato, quasi a suggellare una nuova sintonia e rispondere all'appellativo di «amico» che il leader della Lega gli aveva tributato esordendo.

Una promozione a pieni voti condivisa dal ministro per le Comunicazioni Maurizio Gasparri, che più tardi ha definito l'alleato «un uomo di destra». Il padre del Carroccio se l'è presa direttamente con i centristi seduti in prima fila: il ministro Carlo Giovanardi e Marco Follini e, al «caro Giovanardi e alla gente come lui» Bossi vorrebbe mandarli in Germania, dove «la sinistra tedesca», essendo «vicine le elezioni», sta per approvare una legge «severa», che «impone addirittura - ha ricordato - un esame delle condizioni fisiche degli immigrati, un esame del sangue e il loro curriculum professionale». Un'accusa che Giuseppe Fioroni della Margherita ha rivolto a Bossi, la cui fretta di approvare la legge sull'immigrazione prima delle amministrative interpreta come «una manovra elettorale per riprendere i consensi dell'elettorato più estremista e intollerante». Mentre il collega Giannicola Sinisi ha parlato di «bieca strumentalizzazione di un problema grave». La posizione della Germania, invece, per il padre del Carroccio significa che «non c'è alternativa all'Europa fortezza, pena il tramonto dell'Occidente», che rischia anche di essere «travolto da ondate di terrorismo». Non è che la Lega voglia «usare l'ascia con i più deboli», ha affermato il ministro per le Riforme, ma bisogna aiutarli a casa loro e sostenere finanziariamente solo quei Paesi che contrastano l'immigrazione clandestina, come prevede la legge Bossi-Fini. Parole a cui il ministro Giovanardi, al termine del discorso del leader della Lega, ha replicato con una calorosa stretta di mano, preceduto dal collega Buttiglione. Quasi a dire che il patto con l'Udc è stretto, e che la legge non si cambia.

Che la linea di Bossi sia quella vincente nel governo lo conferma il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (An):«La legge andrà cambiata, o almeno ritoccata perchè, quando è stata votata in Senato - spiega - nella concitazione abbiamo fatto degli errori tecnici e non abbiamo affrontato alcune questioni, che dovremo rivedere alla Camera: ma è chiaro che nella sostanza la legge non si tocca e, se c'è l'accordo di tutta la coalizione, è possibile una rapida terza lettura». Ma per l'Ulivo non sono solo tecnici gli errori di una normativa «iniqua, disumana ed inefficace», criticata da Fioroni assieme ai moderati della Cdl, che sottostanno al «ricatto» della Lega e solo «a parole dicono di voler emendare un testo» che anche la Chiesa mal vede.

 

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