ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Martedì 9 aprile 2002

Domenico Russo Rossi

La «tre giorni» bolognese non ha risolto i problemi degli assetti interni al partito. Voci su una staffetta Tatarella-Agostinacchio al vertice regionale

 

Chiesta a Fini una «poltrona» di governo
An pugliese, resa dei conti?


 

ROMA - Fin troppo «facile» il congresso nazionale di An già deciso in partenza sulla linea dei moschettieri: tutti per uno e uno per tutti, dove quell'«uno» non è il singolo congressista o dirigente di Alleanza nazionale, ma è il «leader» del partito, cioè Gianfranco Fini. Tutti con Fini e Fini per tutti. Ma adesso che Fini è stato «incorato» leader incontrastato e indiscusso, le sue scelte operative, i suoi «atti», saranno all'altezza delle aspettative? Molteplici e talvolta non collimanti.

Metti in Puglia, ad esempio, la questione del coordinatore regionale: Salvatore Tatarella, esponente di riferimento di Destra protagonista, la componente che fa riferimento a Gasparri e La Russa e che ha la maggioranza del partito sia a livello nazionale che pugliese (con 18 membri in assemblea nazionale mentre le correnti di Destra sociale e Nuova alleanza hanno avuto otto componenti a testa), da tempo «attende» un incarico di prestigio nazionale. Si è già parlato della presidenza di Italia Lavoro (ente del cui cda già fa parte), oppure di un incarico di governo come sottosegretario. L'on. Francesco Amoruso, presidente provinciale della forte federazione barese (anch'egli Destra protagonista), conferma che «già qualche tempo fa abbiamo espresso l'aspettativa del partito in Puglia per un maggiore riconoscimento del suo ruolo e della sua forza a livello nazionale».

Tradotto significa: sì, è vero che Tatarella meriterebbe «qualcosa di più». E' evidente che l'incarico di sottosegretario sarebbe ben più appetito e prestigioso (tanto più che Tatarella è ex-parlamentare). Peraltro si vocifera di un «rimpasto» del governo a breve, necessario per colmare il vuoto della Farnesina e per qualche altro aggiustamento. Proprio ieri però Fini ha gettato acqua sul fuoco: per la guida della Farnesina (attualmente vi è impegnato Berlusconi con l'interim) ci vorrà ancora «qualche settimana»; invece il sottosegretario ai beni culturali Sgarbi (una poltrona che «scricchiola») ha fatto sapere che avrà oggi un chiarimento con il suo ministro, Urbani.

Insomma ci sarà il rimpasto e Tatarella avrà un posto di sottosegretario? L'interessato naturalmente dice di non saperne nulla e, anche se sapesse qualcosa, non lo direbbe: «Io sono il meno indicato per rispondere a questa domanda». Identico «catenaccio» giunge dall'unico sottosegretario pugliese di An, Alfredo Mantovano, che sta ben meritando al Viminale tanto che tra i «si dice» si ipotizza anche la sua promozione a ministro se ci fosse un generale ridisegno della compagine ministeriale: «Non mi interessano queste ipotesi». E l'ipotesi di un cambio di coordinatore per la Puglia? Si è parlato del foggiano Paolo Agostinacchio (sindaco di Foggia ed esponente della componente di Nuova Alleanza) al posto di Tatarella nel caso questi avrà la «promozione» nazionale? «Mi interessa - ha risposto Mantovano - la squadra e la piattaforma dei contenuti operativi, non tanto il toto-nomine sulla guida».

La scelta del coordinatore regionale spetta a Fini e non è detto che l'incarico nazionale sia «incompatibile» con quello di coordinatore regionale: il vice ministro Martinat è anche il coordinatore di An in Piemonte; il capogruppo dei deputati La Russa lo è per la Lombardia. Secondo l'on. Amoruso il «passaggio di testimone» tra Tatarella e Agostinacchio è «frutto di fantasia, un'elucubrazione»; però secondo Gianni Mastrangelo, un altro esponente barese (componente di Nuova Alleanza), «l'ipotesi circola, è realistica, e dipende da Fini ma credo che un certo rinnovamento dei quadri dovrà esserci. Questo congresso ha ridimensionato la componente di Destra protagonista, che prima aveva da sola oltre il 50% e condizionava troppo Fini; adesso ha solo la maggioranza relativa e insomma Fini è meno vincolato».

Fatto sta, comunque, che il telefono del sindaco di Foggia trilla in continuazione: «Tutti mi chiedono se è vero, ma io - confessa Agostinacchio - che posso dire? Fini non mi ha detto nulla. Certo credo che ci sarà una riorganizzazione generale del partito nella direzione di valorizzare tutte le risorse; con i ricambi ma senza rompere il clima di unità che è stato sancito da questo congresso nazionale. E' vero che circolano alcune ipotesi sul rimpasto di governo ma com'è noto c'è incertezza se sarà a breve con pochi aggiustamenti nella squadra dell'esecutivo, oppure si attenderà prima le elezioni amministrative per procedere ad una più generale revisione. Comunque sia voglio dire fin d'ora il mio personale atteggiamento: apertura a tutte le componenti, valorizzazione delle energie per fare della Puglia un laboratorio politico». Un laboratorio per cosa? «Ma per vincere, come An, un po' di più. La politica è questo. No, non per togliere voti a Forza Italia, ma per accrescere i nostri consensi». In realtà, An ha vissuto (alle europee ma anche in parte alle politiche) il rischio che Forza Italia faccia da «asso pigliatutto» del consenso elettorale. risponde: «E' evidente che abbia beneficiato il partito il cui leader era candidato-premier e figurava col suo nome nel simbolo della coalizione. L'importante è che comunque An abbia recuperato alla epolitiche rispetto alle europee, e soprattutto l'essenziale è la capacità di collante e tenuta della coalizione».

Al congresso di Bologna, Berlusconi ha citato sondaggi ultrapromettenti per la Casa delle libertà: ciò vale anche per il collegio di Gallipoli? Qui com'è noto Mantovano è stato sconfitto (dal diessino Massimo D'Alema) dopo una battaglia all'ultimo voto: «I sondaggi a Gallipoli... non valgono. Negli ultimi giorni infatti non li faceva più nessuno. Per Gallipoli vale la massima di Mark Twain che distingueva le bugie in piccole, medie e... sondaggi». Ci sarà veramente l'unità, dopo le polemiche pre-congressuali? Destra sociale (componente che fa riferimento ad Alemanno e Storace) ha espresso soddisfazione per il «rafforzamento» a Lecce e in Puglia: dopo il Salento la «componente vuole contare di più amche a Bari». Tatarella assicura di aver «rimosso e superato le polemiche» e annuncia iniziative con tutti non solo per le elezioni amministrative. Il sen. Ettore Bucciero di Nuova Alleanza (Urso, Matteoli, Nania) replica che «se sarò invitato io senz'altro parteciperò a tutte le iniziative, ma l'unità deve essere nella gestione del partito. Se ci diranno così è stato deciso, che unità può essere? Vedremo gli incarichi in giunta».
Amoruso distingue tra «il momento della partecipazione alle decisioni che sarà aperto a tutti, al momento della gestione della decisione che, tramite la giunta, spetta alla squadra di fiducia del presidente eletto dal congresso provinciale».

 

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