ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO | Martedì 7 maggio 2002 |
«La gestione di An non è democratica»
«La gestione di Mantovano non è democratica». L'assessore Ennio De Leo non ha potuto fare a meno di replicare al sottosegretario Alfredo Mantovano il quale, in qualità di esponente nazionale, aveva spiegato le ragioni della sua esclusione dalla lista di An. Tra le motivazioni, si è parlato di decisioni autonome da parte dell'assessore riguardo i Piani commerciali. «Il piano delle medie strutture è stato sottoposto preventivamente alla Federazione nel corso di una riunione del gruppo consiliare alla quale era presente il presidente provinciale Saverio Congedo» ha spiegato De Leo in una conferenza convocata, a dire il vero, per rispondere "per le rime" alle accuse dei Ds sull'ordinanza che ha autorizzato l'apertura di 313 pubblici esercizi. «Preventivamente, avevo convocato nella sede dell'assessorato i segretari cittadini e provinciali dei partiti della coalizione e nessuno ha mai avanzato alcuna controindicazione - ha continuato l'assessore - Se qualcuno pensava qualcosa di diverso aveva l'obbligo di dirmelo». A dimostrazione del fatto che il partito era a conoscenza del Piano, De Leo ha ricordato la mozione con cui il capogruppo di An Giuseppe Ripa ha proposto la "sanatoria" per i circoli privati. «Dal congresso provinciale ad oggi non c'è mai stata una riunione dei consiglieri o degli iscritti ad An - ha denunciato - Mantovano ha lamentato la fuga di qualcuno, ma vorrei sapere perchè lui non si è candidato? Sotto questa segreteria An è passata da cinque a due parlamentari leccesi. La battaglia di Gallipoli - ha aggiunto - se ha soddisfatto personalismi ha paralizzato il partito. La gestione di Mantovano forse non è democratica, se viene escluso chi non si allinea al partito, ammesso che ci sia qualcosa su cui allinearsi». De Leo non si sottrae a lanciare un'altra "frecciatina". «Aveva promesso di dimettersi se fosse stato sconfitto da D'Alema - ha detto - ma poi non lo ha fatto». Poi, nel merito dell'argomento dell'incontro, l'assessore ha aggiunto che, fino ad oggi, sono state presentate 117 domande. «Ed è imbarazzante vedere che tra queste ci sono quelle di persone che si sono lamentate sui giornali sull'allargamento del contingente ma nessuna di miei figli, parenti o amici» ha sottolineato.
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