ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Martedì 19 febbraio 2002

Toti Bellone

Un'esercitazione alla presenza del Sottosegretario Mantovano e di un inviato di Bonn

 

A «caccia» di clandestini
«Collaborazione sul piano internazionale»


 

TORRE DELL'ORSO Agli unici spettatori, sette giovani surfisti a piedi nudi sulla spiaggia de «L'orsetta», dev'essere parso uno sbarco vero. Due gommoni all'inseguimento di un natante che procedendo a zig zag aveva tutta l'aria di voler sfuggire alla cattura, d'altra parte, non potevano che dare quell'impressione. Tanto più che ad un certo punto, quello in fuga è giunto sottocosta col «muso» ammaccato (sicuramente per aver incocciato un'onda alta e forte, devono aver ritenuto quei giovani sportivi), in una giornata di mare a dir poco proibitiva. E invece si trattava della simulazione di uno sbarco, seguita dall'alto in elicottero dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, che è poi l'uomo di Governo con delega ai problemi dell'immigrazione.

E' stato proprio lui a volerla, l'esercitazione, che sempre dall'alto, è stata seguita anche da alcuni ufficiali della Polizia tedesca, giunti in Terra d'Otranto nell'ambito degli accordi di collaborazione Roma-Bonn, finalizzati all'attivazione delle iniziative per la repressione del fenomeno degli sbarchi. Ecco dunque che il gommone pilotato da due falsi scafisti, dopo aver sbarcato un gruppo di clandestini, ha fatto dietro front per rientrare nel Paese delle Aquile. Senonché, già intercettato dal radar della motovedetta dell'Ufficio della Polizia di frontiera di Otranto, si è visto davanti all'improvviso due gommoni della stessa stazza e colore. Ma non erano altri scafisti, bensì poliziotti a bordo di natanti a suo tempo sequestrati ai traghettatori di vite umane.
Unica via di scampo, dopo aver zigzagato per mare rischiando la collisione, toccare la riva, abbandonare scafo e motori, e darsi alla macchia. Ma proprio dalla macchia, la pineta de «L'orsetta», sono sbucati gli uomini del vice questore Gianluca Greco, dirigente dell'Ufficio otrantino di cui s'è detto. E per gli scafisti, braccati anche da un cane addestrato per annusare la droga, sono scattate le manette. Stavolta solo nella finzione, ma mille altre volte nella realtà.
«L'efficienza delle nostre forze dell'ordine è notevole», ha dichiarato sul porto di Otranto dove è stato ricevuto dal prefetto Giovanni D'Onofrio e dal capo della Polizia salentina, il questore Vincenzo Caso, il sottosegretario all'Interno. «Ma è chiaro che il grado di massima efficienza si avrà nel momento in cui tutti faranno il loro dovere sul piano internazionale. Nel senso, cioè, che l'attività di contrasto in mare è importante, ma è solo un aspetto della questione».

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