ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Il Gazzettino (Sezione: Pag. 2) |
Martedì, 22 Novembre 2005 |
M.Ant. Tutta la Cdl a difesa della proposta Udc sulla commissione parlamentare d?indagine. L?Unione: è inutile, ci sono già verifiche annuali
Legge sull'aborto, scontro aperto tra i Poli
Roma NOSTRA REDAZIONE Per la sinistra è in atto una offensiva integralista, promossa dalla Cdl nel tentativo di recuperare consensi elettorali. Per la destra, invece, il problema è solo quello di dare completa applicazione alla legge 194 sull'aborto, in particolare sul versante della prevenzione. Così, la richiesta dell'Udc di una commissione parlamentare d'indagine sullo stato di applicazione della legge e la proposta di Storace (An, ministro della Salute) di inserire i volontari del Movimento per la vita nei consultori, sono giudicate legittime e opportune a destra, un tentativo di affossare la 194 a sinistra. Il ministro, comunque, procede per la sua strada: la riunione tecnica sull'attuazione della legge 194, presieduta ieri da Storace, ha tra l'altro deciso che le questioni legate all'acquisto all'estero del farmaco RU486 - la cosiddetta pillola del giorno dopo al momento sperimentata in alcune Regioni - saranno sottoposte, nei prossimi giorni, al Consiglio superiore di sanità, «anche alla luce dei dati statistici che stanno emergendo, in contraddizione con gli andamenti statistici del passato». Inoltre, si è stabilito di preparare una bozza di accordo, da proporre alle Regioni, per il monitoraggio dell'attuazione dei primi cinque articoli della 194, con particolare riferimento al ruolo dei consultori e delle associazioni di volontariato. Sul tema, dopo la Cei, interviene ora anche l'«Osservatore romano»: il giornale della Santa Sede scrive che «la legge 194, nata per legalizzare l'aborto, oltre le compromissioni, le intrinseche negatività e contraddizioni, dovrebbe avere quale tendenziale obiettivo addirittura la prevenzione dell'aborto stesso», ma «è mal applicata, fino ad ora, nella sua integralità: ne è stato violato lo spirito». Secondo l'«Osservatore», infatti, «si è ritenuto che l'unica forma di prevenzione all'interruzione volontaria della gravidanza fosse la contraccezione. E in tal senso i consultori familiari, invece che centri di vita, sono stati in larga parte, purtroppo, meri dispensatori di certificati per l'aborto». Con il segretario dell'Udc Cesa, che ha chiesto una commissione di indagine sull'aborto, è schierata tutta la Cdl. In particolare, An - con Mantovano, La Russa, Landolfi, Pedrizzi, Gasparri, Ronchi - fa quadrato attorno a Storace ed approva l'idea del ministro di inserire nei consultori i volontari del Movimento per la vita. In Fi, Elisabetta Alberti Casellati si dice pienamente d'accordo con Storace, mentre Cicchitto è contrario «alle arrischiate innovazioni di cui oggi si parla: sia sull'introduzione generalizzata della pillola Ru486, sia sull'ingresso nei consultori dei volontari antiaborto». A sinistra si sospetta che la Cdl voglia fare della questione un comodo argomento da campagna elettorale. L'Udeur invita a «non fare propaganda elettorale sulla vita», Di Pietro (Idv) afferma che «tutto questo rumore di revisionismo ha un retrogusto amaro di mossa strategica per recuperare qualche voto al centro, o meglio, qualche voto democristiano», Barbara Pollastrini (Ds) parla di «offensiva pesante ed integralistica contro la libertà e la responsabilità femminili: una destra disperata pensa di rilanciarsi facendo da sponda alle posizioni più estreme delle autorità ecclesiastiche». L'opposizione afferma inoltre che l'indagine parlamentare chiesta dall'Udc è inutile, perché la legge 194 già dispone che, ogni anno a febbraio, il ministro della Salute presenti una relazione sull'attuazione e gli effetti della legge, anche in riferimento al problema della prevenzione. Quindi, il centrosinistra vede, nelle iniziative della Cdl e «nella offensiva neo integralista cattolica», solo un ulteriore tentativo di smantellare la legge sull'aborto, «svuotandola dall'interno». Ma Bertinotti (Prc) avverte: «Ogni attacco alla legge va stroncato sul nascere. La legge sull'aborto non si tocca. È una delle non molte leggi che fanno onore al Paese. Le donne, grazie alla 194, hanno ridotto rischi, dolori e misconoscimento della loro dignità e autodeterminazione. Ogni attacco a questa legge ha solo uno sgradevole sapore clericale e oscurantista».
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