ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL GAZZETTINO | Venerdì 25 gennaio 2002 |
M. Ant.
Le badanti immigrate saranno "regolari" Dovranno dimostrare di avere una occupazione certa, un alloggio e nessun carico pendente: così, gli extracomunitari clandestini, impegnati in assistenza domiciliare o lavoro domestico, potranno regolarizzare la propria posizione. Il governo presenterà un emendamento - messo a punto in un vertice tra Fini, Bossi, Maroni, Giovanardi e il sottosegretario Mantovano - al disegno di legge sull'immigrazione che potrebbe inoltre prevedere anche il pagamento di una quota dei contributi evasi da parte del datore di lavoro e delle tasse non pagate dal lavoratore durante il periodo in nero. Una misura, spiega Mantovano, prevista «anche per evitare che tutti gli immigrati diventino improvvisamente colf». Si risolverebbe così il problema delle «badanti», che era stato portato all'attenzione dell'esecutivo anche dall'assessore veneto De Poli. Il ministro Maroni nega che si tratti di una sanatoria, e il sottosegretario Mantovano spiega che «riguarda un numero ristretto di persone ed è legata alle caratteristiche del lavoro svolto». Secondo la Caritas, la regolarizzazione riguarderà circa 200 mila immigrati. Nella riunione di maggioranza, ieri, si è deciso di regolare i flussi dei lavoratori stagionali con un prossimo provvedimento ad hoc - sarà discusso martedì con le parti sociali - mentre la normativa generale sui flussi sarà approvata dopo il varo della nuova legge sull'immigrazione. Anche questo è un capitolo caldo. Il presidente della Federazione industriali del Veneto, Luigi Rossi Luciani, critica la circolare del ministro Maroni, che considera non valide le domande di assunzione di extracomunitari, già consegnate per il 2002 agli Uffici provinciali, perché presentate prima del nuovo decreto sui flussi per il 2002. Per Rossi Luciani si tratta di «un provvedimento illogico, fortemente lesivo per l'economia di tutto il Nordest e per la dignità di quanti, imprenditori, lavoratori e privati cittadini, hanno sopportato file disumane agli Uffici del lavoro per presentare le richieste». Rossi Luciani ricorda che «le richieste di autorizzazione già presentate per il 2002 sono oltre 13 mila solo in Veneto. Il provvedimento del ministero rischia di generare ulteriori ritardi nell'istruzione delle pratiche, impedendo alle imprese qualsiasi programmazione». Sabato 2 febbraio, «tutto il mondo produttivo veneto esprimerà il suo dissenso e la preoccupazione per questo provvedimento, in una assemblea di tutte le Associazioni imprenditoriali della Regione, alla Fiera di Padova». E l'assessore veneto ai Flussi migratori, Raffaele Zanon (An), ricorda a Maroni che, se non si affida alle Regioni la gestione dei flussi, «si rischia di mandare definitivamente in tilt un sistema di procedure che già ora è umiliante per i lavoratori e penalizzante per le aziende». La Regione, conclude Zanon, sta preparando un documento per «chiedere al governo di consentire subito la realizzazione di alcune attività sperimentali, per dare risposta immediata alle necessità dell'imprenditoria veneta e per cambiare procedure di regolarizzazione che non funzionano».
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