ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL GAZZETTINO
(Sezione:        Pag.     )
lunedì 5 giugno 2006

 

C.G.

Angius: il provvedimento rilanciato da Mastella e la riscrittura delle leggi sono due cose diverse. Matteoli: tema delicato, nessun baratto

 Amnistia, doppio no allo scambio chiesto da Fi

L’Unione e An respingono il sì alla clemenza «a condizione che non vengano toccate le riforme giudiziarie della Cdl»


 

Roma NOSTRA REDAZIONE

«I diktat dell'opposizione sono irricevibili»: il vicepresidente del Senato, Gavino Angius (Ds), replica così alla richiesta di Forza Italia di non toccare le riforme sulla giustizia approvate dal governo Berlusconi, in cambio di un sì ad un provvedimento di amnistia sì. «La proposta Mastella è un utile e positivo terreno di confronto, a condizione che sia coerente con le riforme sulla giustizia approvate in questi anni e che si garantisca il diritto alla sicurezza dei cittadini», aveva affermato infatti il coordinatore azzurro, Sandro Bondi. Ma «una cosa è il gesto di clemenza, un'altra è riscrivere le leggi», replica seccamente Angius, ricordando che «di un eventuale atto di clemenza si parla ormai da alcuni anni e un gesto umanitario forte da parte delle istituzioni manca dal 1990: è una materia assai delicata e questo è il momento migliore per discuterne», perché «un gesto forte, politicamente impegnativo e istituzionalmente rilevante, fatto subito può imprimere un segno nuovo e diverso al lavoro da fare per rimettere ordine nel mondo giudiziario e nel sistema carcerario».

A sua volta, Cicchitto (Fi) sostiene che «Mastella è partito con un piede giusto ed uno sbagliato: è bene per tutti, in primo luogo per lui - dice - evitare la disarticolazione sul piano fisico e la schizofrenia sul piano comportamentale. Siccome il provvedimento deve avere una maggioranza di due terzi, è bene che esso sia di iniziativa parlamentare, anche se con il concorso sostanziale di un ministro che ha avuto il merito di aver riaperto una questione così delicata e difficile. È evidente - prosegue - che questo provvedimento, che richiede un così vasto consenso, non può essere preso mentre sulla stessa materia, su altre questioni, infuria una guerra durissima derivante dal tentativo di smantellare leggi come quelle sull'inappellabilità, sull'ordinamento giudiziario, sulla ex Cirielli. Non si tratta di pregiudiziali, ma di logica. Infatti, su tutto ciò occorre una riflessione complessiva della stessa maggioranza, che non può essere schizofrenica e così opportunista e cinica dallo svolgere contemporaneamente due politiche per la giustizia: una garantista ed una altra ipergiustizialista».

A bocciare le avances di Fi è, intanto, anche An. Nel partito, tenacemente contrario all'ipotesi di una amnistia, il presidente dei Senatori, Altero Matteoli, avverte che «un tema così delicato non va sottoposto a nessuna condizione e non può essere merce di scambio». E Maurizio Gasparri commenta: «Ritengo che ci siano già molti, forse troppi strumenti per la riduzione della pena. Con la tanto criticata Cirielli abbiamo ridotto un po' di sconti, soprattutto per i recidivi, ma resistono i benefici previsti dalla Gozzini. L'uscita del ministro Mastella mi sembra quantomeno avventata. La storia insegna che le amnistie non hanno mai risolto i problemi delle carceri italiane. Potremmo incoraggiare l'edilizia carceraria. Le celle non bastano? Costruiamone di più».

L'ex sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, afferma intanto che il ministro della Giustizia è un «irresponsabile» che oggi «alimenta le speranze dei detenuti» e domani si troverà a doverne gestire la delusione e le «immaginabili rivolte».Ma a mettere paletti sono anche alcuni esponenti della maggioranza. Dice il comunista Marco Rizzo: «Bene i provvedimenti di clemenza ad accezione di alcuni reati, ma, immediatamente dopo, il governo deve procedere alla cancellazione ed alla riscrittura di tutte le norme introdotte dal centrodestra, dalla Cirami in poi, di tutte le cosiddette leggi ad personam. E poi - continua Rizzo - bisognerà metter mano alla situazione esplosiva delle carceri, non per costruirne di nuove, come dice sbagliando Gasparri, ma per affrontare il tema del recupero e della funzione rieducativa della pena. O rimarremo sempre il fanalino di coda d'Europa».


    

 

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