ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Il Gazzettino
(Sezione:        Pag.     )
Lunedì, 6 Giugno 2005

C.G.

 

  

 La Prestigiacomo: attente donne, poi tocca alla 194

Il ministro invita a votare sì: «Se già l'embrione di 48 ore è persona umana, come si potrà non considerare omicidio l'aborto?»


 

Roma

NOSTRA REDAZIONE

«Il prossimo obiettivo, dopo il referendum sulla procreazione assistita, sarà una revisione della legge sull'aborto. Le incongruenze della legge 194 sono grandi come una casa»: l'avvertimento viene dal ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo. L'esponente di Fi spiega: «La legge sulla procreazione attribuisce una soggettività sull'embrione, che è composto da una cellula che si sviluppa in altre cellule, mentre la legge sull'aborto permette di interrompere una gravidanza di un feto di 4-6 mesi. È una incongruenza palese e davanti agli occhi di tutti: se congelare un embrione di 48 ore significa intervenire su una persona, allora l'aborto è un omicidio. Io - aggiunge il ministro - difendo la 194, una legge che è stata rafforzata da un referendum popolare e che oggi corre il rischio di essere messa in discussione. Il fronte del no e dell'astensione non vuole che si parli di 194 perché teme che questo argomento molto sentito dalle donne possa indurre gli elettori ad andare a votare e sia un pericolo per la strategia degli astensionisti».

Per la fonte dalla quale proviene, l'affermazione esplode, tra gli oppositori dei quattro referendum, come una bomba, analoga a quella che, con il suo no al voto, aveva fatto esplodere Rutelli nel centrosinistra. «Quello che dice la Prestigiacomo è falso e dimostra che i referendari non hanno argomenti», salta su il senatore Pedrizzi (An), a parere del quale «non c'è nessuna incongruenza, nessun contrasto tra la legge sulla procreazione medicalmente assistita e quella sull'aborto. La legge 40 non è in contraddizione con la 194 ma, semmai, con il modo in cui è applicata la legge sull'aborto», dice. Ma poiché il referendum sulla procreazione assistita divide trasversalmente gli schieramenti e i partiti, un'altra esponente di An, Maria Ida Germontani, si schiera al fianco della Prestigiacomo nell'invitare tutte le donne «a impegnarsi perché domenica prossima si vada a votare e si esprima la propria scelta sui quesiti referendari. È in gioco la salute delle donne, ma è in gioco anche la sovranità popolare di tutti i cittadini che si esprime sempre e comunque con il voto».

Condivide l'allarme lanciato dalla Prestigiacomo, naturalmente, il radicale Capezzone, che denuncia: «Gli avversari del referendum (chi in modo esplicito, chi in modo più felpato e ipocrita) sono pronti ad andare, subito dopo, all'attacco della legge sull'interruzione di gravidanza. Da me incalzato in una recente trasmissione televisiva, ad esempio, il sottosegretario Mantovano ha a lungo balbettato, ma non ha offerto alcuna garanzia sulle intenzioni sue e dei suoi compagni di cordata. E se a questo aggiungiamo le sortite di Gasparri, Buttiglione e Storace, il quadro è fin troppo chiaro».

Ma è proprio il sottosegretario all'Interno, Mantovano, uno dei primi ad attaccare la Prestigiacomo: «Invece di arrampicarsi sugli specchi della 194, dica che l'eterologa serve a costruire bambini da parata gay», dice. Poi accusa: «I sostenitori dei referendum hanno iniziato a buttarla sulla ricerca scientifica, e sono stati smentiti da fior di scienziati. Hanno continuato bollando di clericalismo la difesa della legge 40, e si sono trovati di fronte le argomentazioni laiche di laici come Ferrara e la Fallaci. Dopo aver invocato libertà da regole e limiti, sono arrivati a presentare denunce penali contro cardinali e autorità istituzionali». Ora, aggiunge, «resta un solo argomento: la difesa della legge 194, che sarebbe travolta dal fallimento dei referendum. Ma se questo fosse stato l'obiettivo che cosa avrebbe impedito di perseguirlo negli anni della discussione in Parlamento, e nell'anno seguente alla sua approvazione?».

Furibondo, anche il leghista Polledri attacca la Prestigiacomo: «Fa solo sciacallaggio politico. La legge sull'aborto non c'entra niente con il referendum sulla procreazione assistita. Spiace vedere che il ministro Prestigiacomo faccia tutta questa confusione, non ci sarà certamente malafede ma un po' di protagonismo evidentemente sì, vista la recente mania di esternare su qualsiasi questione, dall'euro al gay pride».


    

 

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