ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Gazzettino
(Sezione:        Pag.     )
Martedì, 7 Giugno 2005

C.G.

 

I REFERENDUM DEL 12 GIUGNO Il segretario dei Ds dà ragione al ministro Prestigiacomo (Fi): se mancherà il quorum poi toccherà alla 194  

 Fassino: vogliono cambiare la legge sull'aborto

Fassino: vogliono cambiare la legge sull'aborto


 

Roma

NOSTRA REDAZIONE

A ridosso della consultazione referendaria, l'attenzione si sposta dalla legge 40 (quella sulla procreazione assistita, oggetto dei referendum) alla legge 140, quella sull'aborto, che secondo il fronte del sì, sarebbe il prossimo obiettivo di chi oggi punta a far fallire i referendum.

Il segretario dei Ds, Fassino, dice di condividere l'allarme lanciato dal ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo (Fi), sul fatto che se il referendum sulla fecondazione assistita fosse sconfitto vi sarebbe il rischio di una successiva modifica della legge 194 sull'aborto e giudica «significativo che, su questo, chi è favorevole al no o chi è favorevole all'astensione, interrogato in merito, dia sempre risposte sfuggenti». Quanto all'astensione, secondo Fassino si tratta di «un trucco con cui si chiede di esprimere un no senza dirlo esplicitamente. Per questo - ribadisce - chiediamo a tutti i cittadini italiani di andare a votare e di votare quattro sì, perché nascano più bambini, nelle migliori condizioni, per la maggiore sicurezza delle madri e perché la scienza possa curare alcune gravissime malattie». Fassino ha quindi attaccato coloro i quali «in queste settimane hanno dato versioni caricaturali e ansiogene del referendum. È molto grave - ha spiegato - che si sia fatto credere che se vincono i sì si aprirà la strada alla clonazione umana o alla fecondazione post-mortem. Sono divieti che resteranno perché non sottoposti a quesito referendario. Si è fatto credere che chi ricorre alla fecondazione lo fa per un capriccio, per avere bambini con gli occhi azzurri o alti di statura, ma sono tutte sciocchezze». Fassino ha poi criticato chi cerca di presentare questo referendum come uno scontro fra centrodestra e centrosinistra o fra credenti e non credenti: «Le posizioni in merito sono articolate», ha messo in chiaro.

Stefania Prestigiacomo, intanto, fa presente che è il fronte astensionista a dover spiegare le contraddizioni tra le leggi 40 e 194 e dice: «Tanto nervosismo e inquietudine da parte del fronte astensionista conferma la convinzione che non certo dal governo, bensì da quella maggioranza trasversale che votò la legge 40 e che oggi si oppone al referendum, ci sia in programma una revisione della legge 194 sull'aborto».

Il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, schieratissimo sul fronte dell'astensione, dà atto a Fassino che «l'astensionismo è un trucco e l'ho scoperto prima di voi. Sono convinto che i no avrebbero potuto vincere ed è stato un errore non averci creduto, ma per come si sono messe le cose, portare gli elettori a votare vuol dire far raggiungere il quorum e così vincerebbero i sì».

Il sottosegretario Elisabetta Alberti Casellati, padovana (foto), afferma però che Fassino «imbroglia le carte»: la legge sull'aborto, assicura, «è una legge che va mantenuta e non andrà modificata».

Il segretario radicale Daniele Capezzone invita ad andare a votare il 12 e del 13 giugno pensando «a una persona cara malata. Questo referendum - afferma - ha obiettivi semplici, che ciascuno può ricordare e comunicare agli amici: far nascere più bambini, farli nascere più sani e in condizioni più sicure, e offrire una speranza di cura a milioni di malati».

I contrari ai referendum reagiscono con irritazione all'accusa di prepararsi a cancellare anche la legge sull'aborto: «Ragionamenti surrettizi» per Follini (Udc), puro e semplice «terrorismo psicologico» per Martini (Lega), solo «mistificazioni» per Pedrizzi (An), «slogan da '68» per il sottosegretario all'Interno, Mantovano (An).


    

 

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