ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: SPECILAE OLIO   Pag.  15   )
Mercoledì 19 Marzo 2003

Marco Mangano

La qualità va premiata. / Nei prossimi giorni la consultazione tra gli olivicoltori baresi: sì alla modulazione degli aiuti, no al «disaccoppiamento»

Caruso: «Va subito avviata la nuova Omc»

Per il presidente provinciale Cia, l'organizzazione comune di mercato è fondamentale


 

«Avviare subito la discussione sulla nuova Ocm (Organizzazione comune di mercato) dell'olio di oliva». È la richiesta che avanza il presidente provinciale di Bari della Confederazione italiana agricoltori (Cia), Francesco Caruso.

Nei prossimi giorni la Confederazione avvierà una consultazione tra gli associati olivicoltori per discutere delle proposte di riforma dell'Organizzazione comune di mercato e che riguardano la coltura più importante della provincia di Bari, per valore e diffusione sul territorio: sì alla modulazione degli aiuti, premiando la qualità del prodotto e le iniziative di valorizzazione commerciale, no al «disaccopiamento» totale che snaturerebbe l'intervento di Bruxelles, trasformandolo in aiuto alla rendita più che al reddito.

Perché questa posizione, contraria alla proposta del commissario Fischler?
«La provincia di Bari, pur essendola maggior produttrice di olio extravergine di oliva in Italia, è ancora prevalentemente una fornitrice di oli sfusi a vantaggio delle economie del Centro-Nord (Toscana, Liguria, ecc..) che imbottigliano e commercializzano sotto le loro denominazioni anche la nostra produzione. Per fare il salto di qualità necessario ad affermare sul mercato la produzione pregiata di Terra di Bari, dobbiamo concentrare gli sforzi di tutti per far funzionare gli organismi associativi e di tutela, organizzare la produzione di migliaia e migliaia di piccoli produttori, superare il mercato dello sfuso che si presta a facili speculazioni al limite della legalità, fino alle vere e proprie frodi e sofisticazioni che inquinano il mercato e danneggiano i produttori onesti».

L'aiuto ad albero minaccia il settore in Puglia.
«Ci sembra inaccettabile: premierebbe la rendita e taglierebbe le gambe al riscatto e al futuro dell'olivicoltura barese».

La Cia da sempre si batte contro frodi e sofisticazioni.
«Abbiamo sempre sostenuto che la regolamentazione comunitaria consente movimentazioni incontrollabili e incontrollate di oli vegetali vari che, con opportune triangolazioni internazionali e la partecipazione di Paesi compiacenti, portano in Italia e in Puglia quantitativi a nostro parere sospetti di "olio di oliva" del quale non si riesce a determinare fino in fondo destinazione e utilizzazione. Del resto non lo diciamo solo noi: è recente la presa di posizione del sottosegretario Mantovano e dello stesso ministro Alemanno sulla necessità di avviare i necessari controlli presso le raffinerie e le aziende importatrici».

Quindi, il problema è in via di soluzione.
«Per la verità, non ho notizie positive, né sono stato chiamato a partecipare ad incontri e consultazioni come avveniva nel passato anche su nostra sollecitazione. Ritengo, comunque, che i mezzi a disposizione degli organismi preposti ai controlli siano del tutto inadeguati. Penso per esempio al mancato riconoscimento di tecnologie avanzate che potrebbero determinare con buona approssimazione la natura dell'olio analizzato».

Cosa può tutelare i consumatori?
«Di sicuro, un sistema trasparente e certificato di qualità all'origine. Con il regolamento 1019 del 2002, se non altro siamo riusciti a superare l'assurdo concetto inizialmente imposto dall'Unione europea per la quale era "olio italiano" quello lavorato in Italia, prescindendo dall'origine della materia prima, le olive. La dizione - volontaria - "made in Italy" è oggi concessa solo al prodotto al 100% italiano o che prevalga al 75% nelle miscele. Restiamo convinti che le indicazioni sull'origine debbano avere carattere di obbligatorietà a garanzia del consumatore».

Saremo garantiti anche dall'uso di pesticidi e fitofarmaci?
«Noi siamo tranquilli sulle produzioni italiane. Gli agricoltori sono i primi interessati al rispetto dell'ambiente e della salute dei consumatori. La Cia ha lanciato, nel 2001, uno slogan significativo che ha caratterizzato la manifestazione nazionale del 21 marzo dello stesso anno a Roma: «La nostra qualità è la vostra sicurezza. Torneremo a Roma il 21 marzo prossimo per consolidare il rapporto di fiducia con i consumatori».


 

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