da Roma
C’è un «coordinamento» tra molti
presidenti di Regione «per non permetterci
di costruire nuovi centri di prima accoglienza
per clandestini». Il governo «non
può essere solo» nella lotta all’immigrazione
irregolare che, per sua natura,
«porta a comportamenti criminali». Il sottosegretario all’Interno
Alfredo Mantovano
(An) non condivide le «provocazioni»,
comel’ipotesi di castrazione chimica per i
violentatori lanciata dal ministro per le Riforme Roberto Calderoli,
né eventuali modifiche
del codice penale per punire più
severamente alcuni reati, come la violenza
sessuale. La chiave è la «collaborazione
»: «dell’autorità giudiziaria, degli enti
locali e dell’Unione europea».
Sottosegretario Mantovano, perché
questo ostruzionismo nella costruzione
di nuovi centri di accoglienza temporanea?
«C’è chi pensa, a torto, che l’immigrazione
clandestina sia un problema
esclusivo del governo nazionale. Io dico
che ciascuno deve fare la sua parte:
le amministrazioni e soprattutto le Regioni.
Dopo le elezioni, i nuovi governatori
di centrosinistra si sono messi in
prima fila per dire no a nuovi centri
per clandestini. Questo crea dei problemi
notevoli: se un clandestino viene intercettato
e il centro di permanenza
temporaneo (Cpt) è pieno fino all’inverosimile,
ogni azione delle forze di polizia
viene frenata, perché se di uno straniero
irregolare non si conosce la nazionalità
e l’identità non si può espellere
».
Con chi avete trovato più resistenze?
«Il presidente della regione Puglia (Nichi
Vendola, ndr) ha dichiarato di sentirsi
pronto a realizzare il boicottaggio
di un eventuale Cpt. Vedo un coordinamento
tra i presidenti eletti del centrosinistra,
che continuano a indicare nei
centri di accoglienza temporanea dei
nuovi lager.Non sono strutture paragonabili
né a un lager, anche per rispetto
a chi ne è stato vittima, né agli istituti
di pena».
Quanti ce ne sono nel centro Italia?
«In Emilia Romagna c’è il Cpt di Modena,
ma in Toscana, per esempio, manca,
perché i politici della Regione si sono
sempre rifiutati. Abbiamo invece
calcolato che sarebbe necessario almeno
un centro per regione».
Uno dei due marocchini arrestati a
Bologna per stupro era latitante dopo
essere sfuggito agli arresti. Il governo
come risponde?
«Per questo chiediamo la collaborazione
dell’autorità giudiziaria perché vengano
applicate le norme. Non sono favorevole
a proposte di modifica di pene
per i reati sull’onda del momento».
Cosa pensa della castrazione rilanciata
dal ministro Calderoli?
«È una provocazione, mi sembra che
le pene corporali non esistano più da
tempo... Il problema è calibrare la pena
in modo adeguato alla gravità del
fatto. Se c’è un minimo e un massimo
di pena, spetterà a un giudice scegliere
la sanzione per il caso concreto».
Non sono troppi gli immigrati clandestini
che delinquono e rimangono in
circolazione?
«In caso di reato con pena al di sotto
dei due anni, vengono riaccompagnati
al Paese di origine. Ma qui torna il discorso
dei Cpt: se sono affollati e le Regioni
non ci permettono di costruirne
di nuovi si pone il problema del riconoscimento.
In caso di pena superiore, la
condanna viene scontata nelle nostre
carceri».
Come affrontate il sovraffollamento
carcerario?
«Stiamo stringendo accordi con alcuni
Paesi perché alcune persone scontino
la pena a casa. Il ministro Castelli ha
firmato uno di questi programmi con
l’Albania.Come governo chiediamo comunque
più collaborazione dell’Unione
europea, anche in termini di responsabilità:
l’Italia finora ha affrontato gli
oneri maggiori in materia di immigrazione
».