ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il Giornale
(Sezione:    Pag.   15  )
Lunedì 2 giugno 2003

FRANCESCA ANGELI

L'AZIONE DI CONTRASTO

Mantovano: «Dimezzati gli arrivi sulle coste, non c'è alcuna emergenza»


«Non siamo in una situazione di emergenza». Il sottosegretario al ministero dell'Interno, Alfredo Mantovano, non ritiene vi siano motivi di particolare allarme nonostante il susseguirsi di sbarchi clandestini lungo le coste italiane. Anche perché, assicura, gli arrivi sono dimezzati rispetto all'anno scorso.

Un migliaio di persone sbarcate in due giorni. Non è che la temuta ondata di profughi di cui si parlava durante la guerra in Irak sta arilvando adesso?
«Sarei molto cauto nell'azzardare una simile ipotesi. Non siamo neppure sicuri si tratti di curdi. Non conosciamo la provenienza dei clandestini».

Ma che sta succedendo allora?
Per un lungo periodo le condizioni del mare sono state avverse a causa di un forte maestrale. Ora il tempo è buono, il mare è calmo e gli arrivi si sono concentrati tutti insieme».

Ma gli sbarchi clandestini sono aumentati o no? In una ricerca della onlus Ares 2000 si parla di un più 35 per cento rispetto agli anni precedenti.
«Non so dove siano andati a prendere questi dati. Io posso affermare con certezza che gli arrivi dei clandestini in generale sono diminuiti. Nel primo quadrimestre del 2003 ne sono arrivati 33.470 contro i 49.934 dello stesso periodo del 2002. Per quanto riguarda gli arrivi dal mare fino al 15 maggio nessuno sbarco era stato registrato in Calabria. In Puglia al contrario degli altri anni fino ad ora sono arrivati soltanto 73 clandestini. In Sicilia infine sono sbarcate circa 2.500 persone, ovvero la metà dello stesso periodo del 2002».

Comunque gli sbarchi continuano ed alimentano le polemiche dell'opposizione che accusa la legge sull'immigrazione del centrodestra, la Bossi-Fini, di essere allo stesso tempo ingiusta e inefficace. Vi aspettavate risultati migliori dopo il varo della legge?
«Non abbiamo mai presentato la Bossi-Fini come una bacchetta magica che avrebbe risolto tutti i problemi. La legge funziona ma può funzionare meglio in quadro più ampio di collaborazione con tutti gli altri colleghi europei. Soltanto così la legge moltiplica sua efficacia».

Più volte dal governo italiano sono stati lanciati richiami all'Europa invitata a sostenere il nostro Paese politicamente ed economicamente nel contrasto all'immigrazione clandestina.
«Qualche passo avanti è stato fatto. Fino a tre o quattro anni fa l'immigrazione clandestina era un problema esclusivamente a carico dei Paesi direttamente interessati: l'Italia, la Spagna e la Grecia. Adesso almeno il problema è stato posto con forza e proprio dal ministro dell'Interno Pisanu».

Che cosa dovrebbe fare l'Europa?
«Il modo più efficace per contrastare l'immigrazione clandestina è rappresentato dagli accordi bilaterali con i Paesi di provenienza. Abbiamo raggiunto ottimi risultati con l'Albania. Ora stiamo cominciando a lavorare con la Libia. Insieme con tutti i partner europei si potrebbe pensare a riservare quote privilegiate nei flussi regolari di immigrazione per le popolazioni dei Paesi più a rischio di clandestini. In modo da indurli ad esercitare un maggiore controllo. Iniziativa che a livello nazionale abbiamo già preso ma che vorremmo fosse presa collettivamente. Poi c'è l'enorme problema dei costi che vanno distribuiti tra tutti i Paesi. Fino ad ora l'Italia ha sostenuto da sola tutte le spese per i centri di permanenza, l'accoglienza, il soccorso e così via. Invece si deve arrivare ad identificare i costi ripartibili tra tutti i partner perché l'immigrazione clandestina è un problema europeo e non soltanto italiano. Su questo fronte abbiamo ovviamente la disponibilità della Grecia e della Spagna ma anche la Gran Bretagna è d'accordo mentre i Paesi scandinavi non vogliono neanche sentirne parlare».


    

 

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