ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su ItaliaOggi Venerdì 2 novembre 2001

di Luigi Berlieri.

Una chance in più per gli immigrati


«Studieremo misure per risolvere la posizione di chi, arrivato in Italia in modo corretto, si è poi trovato senza lavoro diventando di fatto irregolare». Alfredo Mantovano (An), sottosegretario agli interni ed estensore della prima bozza di ddl sull'immigrazione che porta la firma del vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini, e del ministro delle riforme Umberto Bossi anticipa a Italia Oggi quella che potrebbe essere la soluzione di uno dei tanti punti critici sull'iter del provvedimento, cioè la regolarizzazione di chi è già oggi in Italia. «Attenzione», avverte Mantovano : «non si tratta di un'ennesima sanatoria per i clandestini e gli irregoalri ma solo di una presa d'atto di una situazione da risolvere». Per quanto riguarda tempi e modi per risolvere quella che Mantovano definisce «una realtà da non sottovalutare e da non eludere», il sottosegretario non si sbilancia: «non è stato ancora deciso», dice, «se provvederemo con un emendamento alla legge sull'immigrazione o con un ddl autonomo che marcerà in parallelo, ma una cosa è certa: si deve fare qualche cosa.
Non è certo pensabile che si possa arrivare a caricare centinaia di migliaia di persone su un treno per accompagnarle alle frontiere. Nè tantomeno si piossono tenere questi soggetti nella situazione attuale».

Domanda: Quindi Alleanza nazionale, la più fiera oppositrice alla sanatoria, abbassa le armi e cede

Risposta: Ripeto: qui non si tratta di fare sanatorie per immigrati irregolari come ha fatto più volte il centro-sinistra. Si tratta di riconoscere a coloro che sono diventati clandestini per necessità il diritto di rimanere in Italia e lavorare. Come peraltro già fanno.
Ci occuperemo quindi solo delle posizioni di coloro con regolare visto che, arrivati in Italia per lavorare hanno poi perso, spesso dopo pochissimo tempo, il posto di lavoro.
Finendo nelle liste di disoccupazione o a lavorare in nero per mantenersi.
Nei confronti, dunque, sarebbe improprio parlare di sanatorie in quanto sono entrati in Italia senza controversie a nessuna legge. Non so se la sede più adatta sarà questo provvedimento o il varo di altre misure ad hoc. Una cosa è comunque certa: è un problema da non eludere o ottovaluatre assolutamente

D. Ci potrebbe essere quindi il via libera alla presentazione di emendamenti a questo testo originario del disegno di legge che Umberto Bossi ha dichiarato intoccabile?

R. Io non considero assolutamente blindato il provvedimento. Non sono mica i dieci comandamneti. Il parlamento non avrà le mani legate ma è chiaro che le modifiche dovranno essere molto poche e non di sostanza. Su una cosa sono d'accordo con il ministro Bossi: se cominciamo a togliere un mattone qui e un altro lì il disegno di legge, che ha una sua logica e che è frutto di una lunga opera di studio e di preparazione di maggioranza, finirà per essere snaturato e inapplicabile.

D. Pensa che dopo gli attentati alle torri gemelle si sebbano rivedere alcuni aspetti del ddl originale?

R. Non credo proprio. Vi era già una forte esigenza di rendere più serio e vigoroso il meccanismo dell'espulsione del clandestino concretizzatasi nel testo depositiato in parlamento con il potenziamento dei meccanismi di accopagnamento nei paesi di origine.
D'altra pate gli attentatori di New York non erano certo clandestini ma soggetti ben integrati nel tesuto sociale americano.
Senza contare che già la normativa attuale permete l'espulsione di chi incita alla contrapposizione razziale e religiosa.

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