ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Liberazione | Mercoledì 10 aprile 2002 |
Rimpatrio per 131 profughi Tamil
Sono 131. Sono tamil. Rischiano di essere rispediti oggi stesso in Sri Lanka, da dove sono fuggiti in quanto etnia perseguitata dal regime. Hanno richiesto l'asilo politico in Italia, gli è stato rifiutato, hanno presentato ricorso, attendono l'udienza da detenuti (non hanno commesso alcun reato ma sono ugualmente rinchiusi nel campo pugliese di Stella Maris) e ieri si sono visti comparire davanti il console di Colombo per l'identificazione, rito che di solito precede il rimpatrio. La loro avvocata non ha potuto assisterli, come invece imporrebbe l'art 24 della Costituzione che garantisce il diritto alla difesa, perché la prefettura di Lecce le ha negato il permesso di accedere al campo. Anche durante l'audizione per la presentazione della richiesta di asilo, tra il 3 e il 5 aprile, è stata impedita la presenza dell'avvocata. Oggi, intanto, è attesa al campo di Palse di Bari la commissione per valutare le richieste di asilo politico avanzate dagli 894 migranti approdati a Catania il 17 marzo scorso. Tra loro ci sono 300 minori. Il solo fatto che tutti coloro che lo hanno richiesto sono riusciti a presentare regolare domanda d'asilo è già una buona notizia, dietro alla quale c'è l'ottimo lavoro svolto in queste settimane dai volontari di Azad e dell'Osservatorio per i diritti. Le agenzie di stampa riportavano ieri che Mantovano, sottosegretario all'Interno di Alleanza nazionale, e l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Ruud Lubbers, dopo un incontro al Viminale avrebbero concordato sulla necessità di rendere più rigorosa la selezione per coloro che chiedono diritto d'asilo. Peccato che con la Bossi-Fini il diritto d'asilo venga cancellato tout court. E che per farla approvare prima delle prossime amministrative, la maggioranza di governo si è approvata alla Camera la procedura d'urgenza. La commissione Affari costituzionali dovrà quindi sbrigare l'esame del testo messo a punto dal Senato in un mese invece dei due previsti dal regolamento. Rifondazione comunista e l'Ulivo hanno votato contro. I sì sono stati 250, i no 210, 5 gli astenuti.
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