ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Liberazione (Sezione: In Primo Piano Pag. 12 ) |
Mercoledì 13 novembre 2002 |
Nicola Lorusso Oggi a Lecce controvertice del Social forum per contestare il summit degli 11 ministri dell'Interno dei paesi della Iniziativa Adriatico Ionica con la Ue «Nessuno è straniero» Lecce - nostro servizio
Il primo appuntamento del movimento dopo Firenze è per stamattina a Lecce dove è prevista la riunione dei ministri dell'Interno della Iai, Iniziativa Adriatico Ionica, partenza alle 9.30, (Italia, Albania, Grecia, Bosnia-Erzegovina, Slovenia, Croazia, Jugoslavia, Macedonia, Turchia e Bulgaria, con la partecipazione della Danimarca, presidente di turno della Ue), i quali discuteranno della presunta emergenza - immigrazione e dei metodi per prevenirla.
La scelta di Lecce e del Salento, che in questo momento - al contrario di alcuni anni fa - non sono attraversate da consistenti flussi migratori ma conserva uno dei più grandi Centri di permanenza temporanea (il "Regina Pacis" di S. Foca, gestito direttamente dalla Curia locale) è stata dettata - oltre che dalla sua posizione geografica, crocevia degli itinerari dei migranti - anche dall'origine salentina del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, uno dei maggiori fautori della stretta repressiva contro i diritti dei migranti e tra gli estensori materiali della legge Bossi-Fini. E la posizione della Chiesa leccese è anche al centro delle contestazioni: in un comunicato del Prc salentino il suo atteggiamento viene definito «intollerabile, interessato solo gestire una "emergenza" che ha trasformato la carità in business».
Il vertice avrà all'ordine del giorno il «piano di allerta e reazione rapida contro l'immigrazione illegale», un linguaggio più da guerra che da accoglienza di chi fugge da conflitti, pulizie etniche e carestie. «Si tratta - spiega Katia Lotteria, del Comitato di difesa dei diritti degli immigrati - dei preparativi per impostare la linea dei paesi dell'area in vista del prossimo conflitto medio orientale, conflitto che causerà la partenza di numerosi profughi. E quindi si vuole applicare il concetto della guerra preventiva anche alle politiche dell'immigrazione, applicando anche dalle nostre parti quello che accade da tempo nel canale di Sicilia, con i "respingimenti" alle frontiere e l'impedimento fisico all'ingresso, negando le richieste di asilo politico».
A Lecce comunque l'aria è contraddittoria da una parte: nugoli di poliziotti, carabinieri e finanzieri presidiano fin da ieri gli obiettivi considerati "sensibili", con una particolare attenzione agli alberghi che ospiteranno le delegazioni ed alla sede del convegno, dall'altra una certa indifferenza tipica di una città che nel suo centro storico ospita da anni centinaia di immigrati, in gran parte perfettamente integrati. La risposta è invece nella festa che si prepara per stamattina, con la partecipazione al corteo degli studenti delle scuole in sciopero e nelle prossime iniziative: una assemblea - contro vertice per oggi pomeriggio nell'aula magna dell'Istituto sperimentale tabacchi, e la manifestazione del 30 novembre davanti al centro di permanenza «e detenzione - per il Lecce Social Forum» "Regina Pacis" di S. Foca.
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