ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Liberazione | Sabato 20 aprile 2002 |
Una gestione «non sempre ancorata alla legge» e che «può ...
Una gestione «non sempre ancorata alla legge» e che «può aprire la strada a provvedimenti troppo discrezionali». Le associazioni anti estorsione criticano l'attività del commissario antiracket, Rino Monaco. Che a sua volta si difende: «L'erogazione dei fondi per le vittime di racket e usura è aumentata del 90% e stiamo smaltendo l'arretrato che si era accumulato nonostante la solerzia del mio predecessore Tano Grasso». Sempre ieri proprio Grasso, presidente della Federazione delle associazioni antiracket italiane (Fai) , nel corso dell'incontro con il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha chiesto: obbligo statutario per gli aderenti a Confindustria di denunciare eventuali richieste estorsive ed esclusione dalle gare per gli appalti delle imprese che pagano il pizzo. «La strategia antiracket - ha detto Grasso - non può restare un'esclusiva delle associazioni. Non è possibile, ad esempio, che la Confindustria tenga un convegno a Palermo come se si fosse a Stoccolma, sapendo che se lì esiste un mercato è perché è Cosa Nostra a volerlo». Con un'interrogazione alcuni senatori della Quercia e di Rifondazione comunista hanno chiesto al ministro dell'Interno Claudio Scajola spiegazioni sull'arretramento dimostrato dal governo nel campo della lotta all'usura.
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