ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Liberazione (Sezione: Sport Pag. 18 ) |
Venerdì 26 settembre 2003 |
Niccolò Carratelli La Figc avvia un'indagine dopo le dichiarazioni (poi ritrattate) del presidente Naldi che aveva denunciato pressioni e minacce da «tifosi-delinquenti» Il Napoli sotto inchiesta
Zitti tutti parla Naldi. Il presidente del Napoli, evidentemente amareggiato per quanto successo ad Avellino e abbattuto dalla mano pesante usata nei confronti della sua società dal giudice sportivo, si era lasciato andare ad uno sfogo in piena regola: «Mi sento ostaggio di certi delinquenti, non so più cosa fare, ho bisogno di aiuto, non mi sento protetto». Le sue dichiarazioni, apparse ieri sulla "Gazzetta dello sport" e sul "Mattino", non avevano tardato a suscitare reazioni: l'ufficio indagini della Figc, di concerto con la procura federale, ha subito avviato un'inchiesta, mentre è quasi certa una prossima convocazione di Naldi presso la questura napoletana per chiarire il senso delle sue affermazioni. Forse preoccupato per il gran polverone alzato, il patron partenopeo ha poi deciso di fare dietrofront, ridimensionando la sua denuncia. Arrivando in Lega, dove ieri era in programma l'assemblea delle società per ridiscutere i diritti tv, Naldi ha cercato di correggere il tiro: «Non mi sento ostaggio di nessuno, casomai è il calcio, in generale, che è ostaggio di qualcuno. Le mie parole sono state male interpretate». Il numero uno del Napoli è poi tornato nuovamente sulla squalifica: «Sentenza troppo dura? Non c'è dubbio perchè si avverte una debolezza dello Stato e del calcio in generale». Poi un appello a Galliani e alla Lega calcio: «La Lega deve pronunciarsi, non può tacere di fronte alla gravità della situazione e al trattamento riservato al Napoli». Da par suo Galliani ha solo ribadito che il rinvio della partita Avellino-Napoli, è stata una decisione «opportuna e legittima», attendendo il verdetto del giudice sportivo. A complicare la delicata situazione del Napoli è arrivata (inevitabilmente) anche l'azione dell'associazione per la tutela dei diritti dei consumatori (e in questo caso degli abbonati della società partenopea), che ha dato mandato al proprio legale di preparare un ricorso contro la società azzurra «a garanzia del diritto dei veri tifosi ad assistere alle partite incluse negli abbonamenti regolarmente acquistati».
Tornando all'accorata richiesta di aiuto e protezione del presidente Naldi, tornano alla mente le dichiarazioni di qualche giorno fa dell'ex capitano partenopeo Baldini, ora in forza al Genoa. «A Napoli comandano 150 teppisti, lo sanno tutti - aveva denunciato il difensore - Le frange più cattive sono conosciutissime in questura». Per il giocatore, grosse responsabilità le ha lo stesso Napoli: «Queste frange di tipo organizzato violento hanno preso il sopravvento. Ora è impossibile proteggere certa gente». Baldini ne sa qualcosa, avendo avuto un'esperienza traumatica con la parte più violenta del tifo partenopeo: lo scorso 29 novembre il giocatore fu aggredito sotto casa da alcuni teppisti dopo la gara tra Napoli e Palermo. Intanto dal governo arriva una proposta per far fronte alla violenza negli stadi. Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha fatto sapere che una delle iniziative allo studio è la presenza di un responsabile per la sicurezza in ogni stadio per fare da collegamento tra le società e le forze dell'ordine. In effetti la sensazione è che tra le due parti non ci sia gran comunicazione e collaborazione, ma questo è solo un aspetto di un problema ben più ampio.
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