ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Liberazione
(Sezione:    Pag.     )
Mercoledì 5 Marzo 2003

 

 

Puntuale è



La spettarice


 

Puntuale è scattata l'ora dei veleni, delle vigliacche speculazioni, delle provocazioni. Torna il terrorismo con tutta la sua ottusa crudeltà e una schiera di corvi prezzolati rilancia l'equazione terrorismo - pacifismo, o BR - e movimenti antagonisti. D'altronde vi ricorderete l'inaudita sortita di Berlusconi all'indomani del delitto D'Antona, quando disse che «era stato un regolamento di conti all'interno della sinistra?». Così subito dopo l'assassinio dell'agente Emanuele Petri, un certo Roberto Tortoli di Forza Italia, che è persino sottosegretario, ha detto che si vergogna di essere toscano, terra dove i brigatisti «vengono considerati parenti stretti delle forze d'opposizione di questo paese… e assistiti amorevolmente dai vari compagni, compresi Bertinotti, Rutelli ecc».

Farneticazioni che hanno dato però la stura alla più becera propaganda da parte dei giornali della destra o di proprietà della famiglia del premier. Guardiamoli e leggiamoli, partendo da Libero di Vittorio Feltri al quale assegniamo ancora una volta l'oscar dell'indecenza. «Quei pacifisti che difendono le BR» è il titolo di prima a nove colonne che sorregge tre e-mail riprese dal sito Indymedia e scritte in modo infantile: una delle tre è certamente aberrante come certi slogan degli ultras, ma le altre due si chiedono se questo ritorno del terrorismo non sia manovrato da servizi segreti o da forze oscure della destra. E allora? E' forse vietato esprimere dei dubbi e porsi degli interrogativi? Feltri nel suo editoriale, usando per una decina di volte la parola "pacifismo" sostiene che é all'interno di questo movimento che le BR fanno proseliti. Invita quindi «la sinistra che applaude gli assalti ai treni e alle basi, a fare autocritica, perché il confine tra questi e chi spara è molto sottile». Ma che dice direttore? Ma si tolga il cappello di fronte alla immensa voglia di pace del popolo italiano e anche davanti a quei giovani che hanno fermato i treni della morte o che manifestano nei pressi delle basi americane! «Solo un cretino può pensare a un qualunque rapporto fra i brigatismo e che va a manifestare per la pace o a fermare i treni che portano armi»: lo dice testualmente Giovanni Pellegrino, ex presidente della commissione stragi, a l'Unità. E aggiunge: «Ci sono regole ferree che portano le nuove BR a prendere loro per prime le distanze da questi movimenti. La regola di fondo è l'anonimato: sono attenti a non bruciarsi… non farebbero mai l'errore di esporsi in situazioni in cui possono essere identificati».

Ma che volete, Feltri, come Maurizio Belpietro, direttore del Giornale fanno il loro mestiere di portatori d'acqua al Cavaliere. E quale occasione migliore della carta terrorismo per colpire il grande movimento pacifista e fare propaganda ad una maggioranza che i più recenti sondaggi danno in netto calo e che liti di potere fanno apparire scricchiolante? Non riescono proprio a capire che il conflitto sociale, come la voglia di manifestare contro la guerra - comprese le iniziative alle stazioni - sono parte integrante dell'humus democratico di un paese. E quindi non solo non possono essere trasformati in questione di ordine pubblico, ma tanto meno essere in qualche modo saldate con le azioni dei terroristi. Altro che "movimenti di famiglia" come titola il suo editoriale il direttore del Giornale definito con grande fermezza un vero provocatore l'altra sera a Porta a Porta da Alessandro Curzi quando ha ritirato fuori il vecchio armamentario dell'Album di famiglia fra Pci e terrorismo degli anni 70-80. Ha insistito anche ieri «ricordo vecchie storie perché nella trasmissione di Bruno Vespa ho sentito parlare di queste nuove BR come isolate e prive di collegamento con la società, mentre penso che i terroristi cercano nuovo consenso e nuove reclute proprio nell'area dei movimenti». Se non sbagliamo è stato lo stesso sottosegretario alla Giustizia, Mantovano a precisare che oggi queste nuove BR non sono più di 25 persone, molto isolate. "Le BR non pescano più nel brodo del movimento" è il titolo di un interessante articolo del Riformista. «Di fatto non hanno sponde politiche: nella galassia dei no-global il rifiuto della violenza è pratica diffusa». La stessa l'area dei disobbedienti è insensibile a possibili richiami del partito armato: basti pensare che «sono considerati destri, trattativismi e concertatori dal resto dei centri sociali». Anche per questi la distanza dalle BR è molto marcata…

L'operazione di arruolamento è impossibile: gli squatter sono antropologicamente e politicamente distanti anni-luce dall'opzione brigatista». Sembrano gli ultimi reduci - dice Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio Bachelet ucciso dai brigatisti nell'80, intervistato dall'Avvenire, quotidiano che dedica molte pagine non solo alla tragica sparatoria sul treno, ma alla stessa storia del terrorismo. «Che si possa innestare sul clima di oggi qualcosa di più pericoloso, tutti lo temono, ma mi pare che le forze politiche e culturali non siano disponibili a dare nemmeno una piccola copertura. Mi pare che i BR non abbiano oggi acqua in cui nuotare».

Belpietro e i suoi amici dovrebbero chiedersi come mai i due terroristi, noti da tempo, girassero indisturbati per l'Italia. Due latitanti sui quali si è indagato poco. Lo dice lo stesso avvocato Taormina di Forza Italia che punta l'indice contro le procure di Roma e Bologna. Spiega che «una gola profonda avrebbe sviato le indagini, inducendo a seguire percorsi che da tutte le parti portavano, meno che alla individuazione degli assassini». Altro che equazione pacifismo-terrorismo!


 

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