ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Libero (Sezione: Pag. ) |
Lunedì 3 gennaio 2005 |
Gianfranco Morra LIBRERIA DI DESTRA IN USCITA PER SPIRALI IL NUOVO LIBRO DELL'EX MAGISTRATO
Sul Bloc notes di Mantovano gli appunti di un coservatore doc
Coloro che, prima o poi, pervengono al parlamento, o si esprimavano già in politichese, o lo imparano subito. Trovate politici antipolitichese, come Berlusconi, per natura "politically incorrect", è difficile. Ma non impossibile. Chi legge il recentissimo libro di Alfredo Mantovano (introdotto da Giuliano Ferrara e prefato da Gianfranco Fini) potrà averne una prova, Magistrato entrato in politica, deputato di An dal 1996 e ora sottosegretario agli interni, il salentino Mantovano ha scritto, sotto forma di bloc-notes, una difesa del pensiero conservatore. Conservatore? Ma non è una parola proibita? Mantovano non si tira indietro. Non solo egli ritiene che il pensiero conservatore sia nel giusto, ma anche che oggi solo il recupero dei valori della tradizione consente a una democrazia in crisi come la nostra di non divenire una "democrazia totalitaria". Tutti, oggi, parlano di riforme. Ma le vere riforme può farle solo un coservatore. La riforma è un aggiornamento della tradizione, altrimenti è utopia. Tradizione, dal latino "tradere", significa portare avanti. Proprio la crisi dell'utopia, per anni usata dai comunisti e dai loro fratelli separati come una clava per distruggere tutta la tradizione, richiede oggi riforme concrete, che solo il pensiero conservatore, insieme idealistico e realistico, può operare. Non certo la sinistra, che non avendo più una idendità si definisce "riformista", ma ostacola poi tutte le riforme, per difendere il vuoto di valori proddotto dalla sua rivoluzione culturale. Essere di sinistra, oggi, significa non avere più valori, neppure utopici come quelli gramsciani del passato. Significa divendere il vuoto presente di ogni valore. E, soprattutto, offendere i valori della tradzione per esempio con l'aborto, l'eutanasia, la manipolazione genetica. Mantovano è due volte di destra. Lo è in quanto membro di Alleanza Cattolica, movimento conservatore che non ha mai ceduto ai balletti dei preti progressisti e delle comunità disgregative della tradizione ecclesiale. E lo è in quanto deputato di An, che nella Casa delle libertà intende portare il messaggio della destra, anche per evitare che il centro-destra divenga un centro moderato. Due alleanze diverse, dato che per ogni autentico conservatore è fondamentale che religione e politica siano distinte. Mantovano nulla ha in comune con quelle tendenze presenti anche nella destra di antiamericanismo viscerale, che finiscono per unire uomini di valore partiti bene, come Franco Cardini e Massimo Fini, alle proteste dei no-global. Propio in questi giorni è nata una rivista intitolata "Alfa e Omega" (Edizioni Segno), che esprime questa tendenza di destra oltranzista e riconosce in Cardini il suo principale "maitre à penser". In essa tutti i movimenti cristiani che guardano all'America sono accusati di "infatuazione americana", Mantovano sa bene che l'America non solo ci ha salvato dal nazismo e dal comunismo, ma oggi è l'unico baluardo contro il terrorismo islamico, che la sinistra condanna a parole, ma blandisce nei fatti. Non, dunque, il laicismo integralista alla Chirac, l'iconoclasta che, proibisce nella scuola i simboli religiosi di appartenenza, ma quella laicità che riscopre le sue radici nella disitnzione (non seprarazione) tra Dio e Cesare. Proprio come stanno facendo negli USA i sempre più numerosi neoconservatori (neo-com e teocon), che hanno in comune il recupero del fondamentalismo religioso della democrazia. Questa corrente, dopo gli anni del "liberal" Carter, ha appoggiato la "rivoluzione conservatrice" di Reagan e Bush: «Un'America che non contrappone libertà e verità; desiderosa di ordine come stile di vita fondato su poche leggi; aperta all'altro, soprattuitto se perseguitato e sofferente; ancorata a principi essenziali ma saldi; orgogliosa di far sventolare la sua bandiera».
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