ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su La Liberta Il Quotidiano di Piacenza (Sezione: Pag. ) |
Venerdì 4 Aprile 2003 |
Approvato un testo della maggioranza che appoggia le iniziative umanitarie
Roma - La votazione alla Camera sugli aiuti umanitari all'Iraq lascia una maggioranza compattata su di una posizione comune e con pochi dissensi individuali, e un Ulivo che si articola in tre posizioni, attorno alle mozioni presentate da Margherita e Ds (compreso il correntone), da Verdi, Pdci e Rifondazione comunista, ed infine da Sdi e Udeur. Il governo, con i sottosegretari Mantovano e Boniver ha assicurato che il nostro Paese non mancherà di dare il suo contributo sul fronte umanitario, sia nelle zone di guerra sia in Italia se dovessero giungere ondate di profughi. «Se profughi iracheni arrivassero effettivamente in Europa o in Italia il nostro paese non mancherebbe di assumere iniziative di assistenza», ha detto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. «L'Italia - ha poi detto il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver - ha già stanziato 15 milioni di euro per gli aiuti umanitari per i civili iracheni da portare in loco; a questi si aggiungono 13 milioni della quota italiana dei 100 milioni di euro stanziati dalla commissione europea». Il sottosegretario si è innanzitutto augurato «che il numero delle vittime di questa guerra sia ridotto al minimo e - ha aggiunto - siamo certi che questa sia la strategia adottata dalle forze alleate». Non si è trattato comunque di un dibattito lacerante, anche perchè era in discussione una questione, l'aiuto umanitario alle popolazioni civili dell'Iraq, sul quale non c'erano divergenze di fondo. Divergenze che cominciavano al momento di parlare dell'azione del governo. Su questo terreno, la mozione di maggioranza, approvata dalla Camera con i voti del centro-destra, prevede l'impegno del governo a sostenere le iniziative umanitarie, anche nell'ambito della risoluzione 1472 dell'Onu che ha ha rinnovato il programma Oil for Food. Questa posizione è però giudicata insufficiente dall'opposizione, perché, come ha detto il capogruppo della Margherita, Pierluigi Castagnetti, è ora che il governo «assuma una qualche iniziativa», prendendo impegni precisi. Impegni che, nel documento presentato da Margherita e Ds, comprendono la richiesta di una tregua per consentire «l'immediato afflusso di aiuti umanitari a tutela delle popolazioni civili» . Questa mozione è stata però respinta, raccogliendo i soli voti dei due partiti che l'hanno presentata e quelli del Pdci, mentre si sono astenuti Verdi e Prc, presentatori con i Comunisti italiani di una mozione più pacifista che chiedeva la fine delle ostilità, ma anche Udeur e Sdi, che a loro volta non chiedevano nè la tregua nè la cessazione delle ostilità, ma un impegno a favore il sostegno alle popolazioni. La divisione non è stata peraltro vissuta come una spaccatura dall'opposizione, tanto è vero che è rimasto abbastanza isolato il parere di Fausto Bertinotti, per il quale «il contenitore dell'Ulivo è finito» (parole poi precisate sostenendo che si sono «rotti i confini» del centro-sinistra). Un'opinione diversa è quella di Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, che pur avendo votato la mozione con Rifondazione e i Verdi, si è espresso a favore anche di quella presentata da Ds e Margherita, in nome dell'Ulivo «unico orizzonte strategico credibile» in alternativa ad un governo definito «servo sciocco» degli Usa. Quanto al versante centrista dell'opposizione, anche il segretario dell'Udeur, Clemente Mastella, non vede niente di scandaloso in un esito che avrebbe solo fotografato l'esistenza di tre anime nella coalizione, e che, secondo Ugo Intini, dello Sdi, sarebbe in definitiva da salutare come un fatto di «chiarezza» nella coalizione. Anche il giudizio di Massimo D'Alema è analogo: ad essere strano, per il presidente dei Ds, non è il fatto che siano state presentate tre mozioni dell'opposizione, ma che nella maggioranza non siano state espresse le differenze, che pure ci sono, davanti alla guerra. Una maggioranza, aggiunge Franco Monaco, della Margherita, che in realtà si compatterebbe dietro ad un unanimismo di facciata che nasconde divisioni profonde; mentre l'opposizione è comunque concorde, osserva Monaco, sui punti fondamentali: rifiuto della guerra, centralità dell'Onu, auspicio di una transizione democratica in Iraq. Le parole di Monaco hanno provocato la risentita replica del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Elio Vito, per il quale i fatti stanno esattamente al contrario: la maggioranza è coesa, mentre per l'Ulivo, afferma Vito, c'è già chi canta il “de profundis”.
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