ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LIBERTA' (Sezione: Politica e Pag. ) |
Martedì 21 ottobre 2003 |
Natalia Andreani
Il ministro Pisanu: serve una maggiore collaborazione
ROMA Un'immane, ignorata tragedia che da tempo si sta consumando sotto i nostri occhi e che pesa, innanzitutto, sulla coscienza civile dell'Europa». Invoca l'intervento dell'Unione europea, il ministro dell'interno Beppe Pisanu, all'indomani del drammatico naufragio, nelle acque fra Africa e Italia, dell'ennesima carretta di disperati. Impegnato in Bretagna, nel vertice coi colleghi di Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania, Pisanu ha fatto sapere al presidente della Camera, Pierferedinando Casini, di essere pronto a riferire al Parlamento su ciò che appare come «l'ultimo episodio», ha detto, di un'enorme tragedia che chiama in causa il Vecchio continente ma anche i governi dei paesi africani, e in parte asiatici, dai quali transitano questi flussi di gente in fuga. «I dati che abbiamo ci dicono che quest'anno sono centinaia i migranti morti in mare e che probabilmente sono ancora di più quelli morti nel tentativo di attraversare il deserto del Sahara», ha dichiarato Pisanu. «Per ciò serve un rafforzamento della collaborazione fra la Ue e questi Paesi per regolare le migrazioni e combattere le organizzazioni criminali che sfruttano senza pietà questo fenomeno», ha aggiunto il ministro dicendo di non potere escludere, stando ai rapporti di intelligence, che anche la rete terrorista di Al Qaida recuperi ingenti finanziamenti attraverso il canale delle migrazioni clandestine. «Serve una politica europea comune, ma occorre anche stringere i tempi su alcune proposte italiane come quelle relative alle quote e ai rimpatri comunitari, o il progetto Nettuno per il pattugliamento congiunto delle frontiere», ha poi precisato Pisanu ricordando che è tra l'altro al via l'adozione dei rilevamenti biometrici per contrastare il lucroso mercato dei falsi documenti di identità. E che nell'agenda europea figura anche la costituzione di due centri di coordinamento - uno in Grecia e l'altro in Spagna - per monitorare più intensamente il Mediterraneo sia dal mare che dal cielo. Sulla necessità di una strategia di lotta unitaria e non dei singoli stati membri si compatta il governo, Lega compresa, e insiste anche il ministro degli Esteri Franco Frattini che all'Europa chiede di realizzare entro dicembre «un programma di azioni serio e articolato» e che ricorda l'importanza degli accordi bilaterali ai quali si sta lavorando con tutti i paesi del Maghreb. Sulle risposte che l'Europa ancora non ha dato punta invece l'indice il sottogretario all'Interno Alfredo Mantovano. Analizzando le numerose ragioni che stanno alla base del fenomeno, il deputato di An si concentra sulla questione dell'embargo alla Libia, Paese alle cui frontiere meridionali premerebbero centinaia di migliaia di disperati di varie nazionalità africane. «C'è un'attesa che sta diventando troppo lunga per le autorità libiche: l'attesa di avere degli aiuti materiali che ancora non arrivano», ha dichiarato Mantovano specificando di non voler parlare dell'esistenza di un ricatto «ma di un'impazienza che, dopo i passi compiuti dall'Onu, deve trovare una risposta pronta anche da parte dell'Unione». «Solo togliendo l'embargo - ha aggiunto il sottosegretario - si potranno fornire alla Libia motovedette, elicotteri, fuoristrada e altri mezzi per le politiche di contrasto».
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