ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su il manifesto | Venerdì 19 aprile 2002 |
CINZIA GUBBINI
Sanatoria col contagocce
ROMA No allo stralcio della legge sul diritto d'asilo, si prospettano, invece, nuovi ristringimenti sulla cosiddetta «sanatoria per le colf». Così l'incontro di ieri mattina in Commissione, che rappresentava un po' l'ultimo spazio in cui trovare un dialogo, è sfumato. Innanzitutto grazie alla decisione del sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano, di dire "no" allo stralcio delle norme sul diritto d'asilo dal disegno di legge; stralcio che era stato chiesto dall'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni unite in persona, Ruud Lubbers, nonché dalla relatrice della legge alla Camera, Isabella Bertolini (Fi) che a proposito aveva espresso un «giudizio personale favorevole». Niente da fare «no grazie», ha risposto il governo per bocca di Mantovano, promettendo soltanto di «riflettere» sulla possibilità di introdurre un emendamento sull'effetto sospensivo del ricorso in caso di diniego da parte della Commissione, «ma in quel caso il richiedente asilo resterà nel centro di permanenza finché non verrà discusso il ricorso». Insomma, voce grossa perfino con le Nazioni unite (nonché con i propri relatori). La notizia della chiusura del governo è arrivata alla conferenza stampa organizzata ieri mattina da Ics (Consorzio italiano di solidarietà), Amnesty international e Medici senza frontiere, per presentare la campagna: «Diritto d'asilo, una questione di civiltà». Un'iniziativa ad ampio raggio, che andrà avanti fino al 2004, e che avrà di sensibilizzare il paese sulla questione dei rifugiati. Un lavoro che, viene da dire, serve come l'aria, perché il "no" nettissimo del governo allo stralcio puzza tanto- troppo - di aggressione a una categoria perlopiù sconosciuta, come quella dei profughi, spesso confusi con gli immigrati, e che quindi possono tranquillamente essere usati per far vedere che il governo non cede e va avanti con la linea dura. Anche perché la "durezza" del governo ha un punto debole, e cioè le frequenti fratture interne alla Casa delle libertà. La Lega ha annunciato ieri emendamenti ancora più restrittivi sulla regolarizzazione delle colf: non più di una "badante" (le persone che assitono i malati) da regolarizzare per famiglia, come è già stato deciso al senato per le colf, e - oltretutto - regolarizzazione delle colf solo se entrambi i coniugi lavorano fuori casa e hanno più di 65 anni. Anche questa una manovra che puzza tanto - troppo - di propaganda; ma già al senato la Lega ha dimostrato di saper far valere il proprio peso sulla coalizione. E così la dura posizione dell'Udc che ha accusato la Lega di «non stare ai patti» minacciando di non votare la legge , è stata sanzionata dalla Bertolini che ha dichiarato di non accettare «né veti, né ricatti». Mentre un'altra grave ombra si addensa sulla Bossi-Fini, e cioè la copertura finanziaria della legge, che scarseggia. Cosa non nuova, perché già la Commissione bilancio del senato aveva censurato il ddl, ma ora si sono aggiunte le lamentele delle forze di polizia, secondo cui misure più rigide per le espulsioni significano anche più soldi per gli agenti in servizio. L'opposizione rsiponderà in aula con un duro ostruzionismo: «Visto che anche quando alcune persone della maggioranza si dimostrano ragionevoli - nota Giulio Calvisi dei Ds - arriva il governo a chiudere su tutta la linea».
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