ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il manifesto
(Sezione:  Politica  Pag.   11  )
Giovedì 27 Marzo 2003

MATTEO PATRONO

 

Il governo mette tutti in flagranza


Oggi diventa legge il contestato decreto sulla violenza negli stadi. Dubbi e obiezioni sulla «flagranza differita» da opposizione, An e Lega


 

Si concluderà questa mattina, ma già ieri l'esame in aula alla Camera del decreto legge contro la violenza negli stadi ha prodotto le annunciate polemiche tra maggioranza e opposizione (e anche all'interno dello stesso governo) che più d'uno aveva previsto dopo l'approvazione data dal Consiglio dei ministri alla reintroduzione della «flagranza differita» per combattere il teppismo domenicale del calcio. Il confronto parlamentare sulla possibilità di arrestare tifosi violenti entro le 36 ore dal fatto sulla base di foto e immagini televisive, arriva dopo che nell'ultimo mese la nuova misura repressiva voluta dal duo Pisanu-Pescante (fu varata il 21 febbraio) ha dato i primi contestati frutti: arresti e retate in numerosi gruppi ultras italiani, da quelli del Torino finiti in manette per la guerriglia al Delle Alpi tre giorni dopo l'approvazione del decreto, a quelli della Lazio fermati lunedì scorso per gli scontri alla stazione Termini di tre mesi fa. Nonostante i dubbi e le obiezioni sulla costituzionalità del dispositivo, oggi - salvo sorprese - il decreto sarà convertito in legge a scrutinio segreto, come richiesto dalla Margherita. Ieri l'opposizione ha sollevato diverse perplessità, condivise anche dalla Lega e da una parte di An, soprattutto sulla flagranza differita. Che non sarebbe efficace come ritiene il governo e nemmeno sicura, vista la facilità di scambi di persona che comportano le immagini televisive. Il centro-sinistra ha inoltre paventato la possibilità (sostenuta dal deputato di An, Filippo Ascierto) che la norma possa essere estesa e applicata anche ad altri ambiti, i cortei e le manifestazioni innanzitutto, e dunque rappresentare un pericoloso precedente. Su questo punto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha chiarito ieri che le misure in questione «intendono essere circoscritte alla violenza negli stadi» e che «il governo non ha nessuna intenzione di estenderle ad altri campi».

Le critiche più dure al decreto sono arrivate da Vincenzo Siniscalchi (Ds), presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere, che ha detto che «non si combatte efficacemente un fenomeno gravissimo ma dalle profonde e articolate radici, attraverso lo stravolgimento della misura pre-cautelare dell'arresto. Qui non si tratta semplicemente di dire no alla violenza, ma di approvare una legge coerente, chiara, efficace, che sia in perfetta armonia con l'intero assetto normativo. Questo decreto purtroppo non lo è». Bocciatura secca anche da Anna Finocchiaro, responsabile giustizia dei Ds, che però ha proposto di dare ai magistrati il potere di emettere un mandato di cattura per gli ultrà violenti «nei casi particolarmente gravi, di recidiva e di violenza efferata», prevedendo anche il processo per direttissima. La Lega ha presentato un emendamento per chiedere che l'arresto differito possa avvenire solo sulla base di prove filmate o fotografiche e non anche (come prevede il testo) sulla base di altri elementi dai quali emerga con evidenza il fatto. Il presidente della Commissione giustizia, Gaetano Pecorella, ha proposto una riflessione ulteriore e dunque la modifica sarà votata stamani. Sempre su iniziativa del Carroccio, è stato approvato un emendamento che prevede l'arresto da 3 a 18 mesi per chi tenterà di introdurre allo stadio petardi, bengala e qualunque cosa faccia fumo o emetta gas visibili. Dal 2004 poi tutti gli stadi si dovranno dotare di tv a circuito chiuso puntate sugli spalti e sull'esterno.


 

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