ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il manifesto
(Sezione:  POLITICA  Pag. 2    )
Martedì 4 Marzo 2003

ANDREA COLOMBO

I leader della maggioranza tacciono. I colonnelli lanciano un'offensiva a base di insinuazioni sui rapporti tra sinistra e terrorismo. Due sottosegretari attaccano la Regione Toscana: «Un buco nero nella democrazia, terreno fertile per il terrorismo»

«La Toscana è terrorista»




Mercoledì prossimo, il ministro degli Interni Beppe Pisanu riferirà prima al senato e poi alla camera sulla sparatoria di domenica sul treno Roma-Firenze e sullo stato delle indagini in merito alle nuove Br. Pisanu, che ieri ha parlato a lungo al telefono con Ciampi e con Berlusconi, ha convocato per oggi al Viminale il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Il ministro parteciperà con il capo dello stato, giovedì, al funerale di Emanule Petri, l'agente della Polfer ucciso domenica. Per la stessa giornata, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di 15 minuti contro il terrorismo. Emanuele Petri è stato ricordato ieri dal presidente della camera. Casini, come Berlusconi il giorno precedente, ha rivolto un appello all'unità di tutte le forze politiche contro il terrorismo: «Non ci sono distinguo da cercare, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare tutti insieme contro il terrorismo e per la difesa delle istituzioni».

Ieri Pisanu non ha aggiunto niente a quanto dichiarato subito dopo la tragedia di domenica mattina: «Ora non brancoliamo più nel buio per quanto riguarda gli omicidi D'Antona e Biagi». Qualcosa in più sulle forze delle nuove Br afferma il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. «Le Br attive in Italia - dice - sono un gruppo molto ristretto, di 20-25 persone. Per questo i due brigatisti intercettati ieri potrebbero fornire utili informazioni per capire qualcosa in più su questo gruppo» (quanto a possibili rivelazioni, Mantovano intende evidentemente la sola Nadia Desdemona Lioce, essendo il suo compagno rimasto ucciso nella sparatoria). Matovano ha anche chiarito che probabilmente i due brigatisti non erano sul punto di commettere un nuovo attentato: «Stavano facendo un sopralluogo, non preparando un vero atto terroristico». Di parere leggermente diverso l'ex sottosgeretario diessino Massimo Brutti, che valuta in «almeno una quarantina» il numero degli aderenti alle nuove Br.

Pisanu e il suo sottosegretario si attengono all'oggetto delle indagini, evitano commenti politici. E, almeno per ora, tutti i massimi leader del centrodestra si sono risparmiati polemiche sui presunti nessi fra terrorismo e movimenti sociali: gli attacchi che furono sferrati contro Sergio Cofferati e contro la Cgil dopo l'omicidio Biagi. Ma se i generali tacciono, i loro ufficiali si sctaenano. Il coro è assordante, ma l'assolo spetta ai due sottosegretari Bosi e Tortoli, che partono alla carica con un attacco inaudito contro la Regione Toscana. Apre il fuoco il sottosegretario alla Difesa Bosi (Udc): «La Toscana è terreno fertile per il terrorismo». Rincara la dose il sottosegretario all'ambiente e coordinatore della Toscana di Forza Italia Roberto Tortoli: «La Toscana è un buco nero della democrazia occidentale. Si presenta ogni giorno come una regione `contro': antigovernativa, antiamericana, antisistema. Qui succede di tutto: Camp Darby, i girotondi, il Social forum, le manifestazioni per celebrare Stalin. Non ci si meravigli se poi qualche compagno `sbaglia'...».

Tortoli e Bosi non sono gli unici esponenti della destra ad attaccare con allusioni e pesanti quanto infondate insinuazioni. Il catalogo è folto. C'è Sergio D'Antoni, che trova modo di prendersela con Cofferati: «Le forze politiche devono reagire al terrorismo senza se e senza ma. In questo momento non ci sono scorciatoie rispetto alla regolazione politica dei conflitti». C'è il capogruppo dell'Udc Volontè, con un ambiguo invito alla moderazione: «La cosidetta disobbedienza civile non può mai essere contro le leggi civili. Purtroppo in italia c'è chi trova giustificazioni alle azioni omicide ogni volta che le polemiche sociali e poltiiche vanno oltre misura». Il sottosegretario alla Difesa Berselli pensa che le ultime azioni terroriste «potrebbero essere la punta di un iceberg che non conosciamo». L'an Fragalà va molto oltre, chiede «indagini a tutto campo, senza timore di volgere lo sguardo a sinistra e anche all'interno di santuari sindacali e ministeriali, zone franche di possibili collateralismi».

Ma, per quanto gravi siano le sparate dei vari colonnelli di Berlusconi, impallidiscono a fronte dell'incredibile attacco contro la Toscana di Bosi e Tortoli. Non c'è da stupirisi dunque se è contro queste dichiarazioni che insorge, per una volta unita, tutta l'opposizione. Non solo il presidente della Regione Martini che respinge ogni assurdo addebito, afferma di sperare che Tortoli non pensi davvero le cose che dice e assicura che la Toscana «farà terra bruciata intorno agli assassini che la hanno scelta per le loro scorribande». Ma ancheil capogruppo diessino Violante, che risponde gelido: «Quelle incivili dichiarazioni non meritano risposta. Dimostrano solo che al governo del paese ci sono persone prive del senso dello stato». E il toscano Fabio Mussi, che si chiede: «Ma c'è qualche ministro in grado di far tacere i beceri e gli irresponsabili della porta accanto?».

Il caso della Toscana è solo, quello sì, la punta emergente dell'iceberg. E per una volta il centrosinistra è stato in grado di reagire all'attacco con una certa saldezza, negando, come Rifondazione, come i disobbedienti, come Cofferati attraverso la nota della sua Fondazine Di Vittorio, ogni contiguità tra i movimenti e il terrorismo.


 

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