ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su il manifesto | Domenica 5 maggio 2002 |
ANDREA COLOMBO
«Poliziotti, io vi ringrazio»
ROMA - Sinora aveva mantenuto un insolito silenzio. Dell'arresto dei poliziotti di Napoli, Silvio Berlusconi ha parlato per la prima volta ieri, di fronte all'assemblea della Confartigianato. Poche parole, ma tanto pesanti da equivalere a un pronunciamento in piena regola. «Dopo Napoli - scandisce il presidente del consiglio - alla polizia va il ringraziamento e la riconoscenza del governo. E, ne sono sicuro, anche della maggioranza degli italiani». Per quanto il cavaliere abbia già abituato il paese che governa a tutto, un premier che ringrazia poliziotti accusati di fatti gravissimi resta esorbitante. Persino George Bush padre, non certo un sovversivo, quando i poliziotti accusati di aver pestato Rodney King furono assolti mostrò tutt'altro senso del diritto, criticando la sentenza. Se questa è la posizione partorita in una settimana di silente concentrazione dal gran capo, ci si può figurare quella dei suoi loquaci ministri, sottosegretari e dipendenti vari. E' un coro che di giorno in giorno diventa più sfrontato, e degenera spesso in dichiarazioni involontariamente grottesche. «Io sto dalla parte delle forze dell'ordine a prescindere. E' un paese triste quello dove chi si dichiara dalla parte della polizia viene accusato da alcuni faziosi di spaccare le istituzioni», proclama Maurizio Gasparri. «Non conosco tutti gli elementi», ammette il ministro della Difesa Antonio Martino, ma il particolare è poco significativo. «Resto comunque convinto - prosegue infatti il ministro - che l'arresto fosse ingiustificato». Per il suo pronunciamento il premier ha scelto, e forse non a caso, il giorno in cui in tutto il paese si sonso svolte fiaccolate e manifestazioni di protesta di poliziotti, organizzate dal Sap: a Napoli, Roma, Milano, Torino, Genova, Catanzaro, Livoro, Aosta, Pescara. Solo a Perugia il Sap ha deciso all'ultimo momento di annullare la mobilitazione. «Per evitare - dice il segretario provinciale Roberto Giannini - di alimentare inutili conflitti politici». E sempre, in piazza con i poliziotti, si sono ritrovati gli uomini del governo e della maggioranza, dal capo dei deputati di An La Russa (a Milano), alla sottosegretaria alle Finanze Maria Rita Amorosino (di fronte al tribunale di Torino). Filippo Ascierto, responsabile per i problemi della sicurezza di An, per manifestare la sua solidarietà ai poliziotti è tornato a Genova, dove aveva già soggiornato nei giorni del G8. Per la visita non ha scelto una caserma qualsiasi. E' andato a Bolzaneto, la caserma dei pestaggi, ed è lui stesso a sottolineare fiero che non si tratta di una destinazione casuale, né priva di significati. «Non c'è alcun patrocinio delle manifestazioni da parte di An. In questo momento bisogna rispettare il lavoro di tutti», garantisce il sottosegretario agli Interni Mantovano, una delle teste più lucide di An. Ma la partecipazione in massa della destra alle manifestazioni lo smentisce di fatto. Lui stesso del resto ammette che se «non giustifica» alcune manifestazioni della polizia, non può però «nemmeno censurarle». Tanto è scoperto e aggressivo lo schieramento della destra, quanto timida e reticente la risposta dell'Ulivo. A preoccupare i leader del centrosinistra, assai più che alcune clamorose violazioni di diritti fondamentali, è la paura di passare per nemici della polizia. Francesco Rutelli non nasconde l'ansia di seppellire la fastidiosa vicenda napoletana: «Il caso Napoli è completamente assurdo: il centrodestra accende polemiche ad arte per distrarre il paese dai problemi reali che continuano a non essere risolti». Luciano Violante, capo dei deputati diessini, non ci sta a farsi strappare così la palma di primo paladino delle forze dell'ordine. «Se qualcuno va in piazza con il bastone - afferma - lo fa per tenere uno scontro e dopo non si deve lamentare». «La vera solidarietà con le forze dell'ordine - prosegue - non si dà con le sfilate o contrapponendo la polizia alla magistratura». La si dà invece «con proposte come quelle avanzate dall'Ulivo»: assicurazione per tutti gli agenti; dismissione degli immobili di proprietà dello stato, da trasformarsi in alloggi per i poliziotti; «riparametrazione delle carriere e delle retribuzioni»; costituzione di una commissione parlamentare permanente destinata a occuparsi di tutto quel che riguarda polizia e ordine pubblico. Ottimo e abbondante, ma la vicenda napoletana, presidente, dov'è andata a finire? In un laconico inciso: «La dignità della persona arrestata o fermata è sacra, e chi ha sbagliato in questo senso, deve pagare». Tutto qui.
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