ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su il manifesto (Sezione: Società Pag. 9 ) |
Giovedi 7 novembre 2002 |
M. CA. Sanatoria per gli immigrati, ultima circolare del governo
MILANO Annunciata giovedì scorso dal sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano, la circolare che dà una chance in più agli immigrati per la sanatoria è finalmente arrivata alle prefetture. Peccato che quelle quindici righe siano un rebus per risolvere il quale sarebbe necessaria un'altra circolare. Ma il tempo stringe e l'onere dell'intrepretazione ricade su prefetture, questure e sindacati. L'unica cosa chiara è l'indicazione del Viminale: gli immigrati i cui datori di lavoro non intendono procedere alla regolarizzazione (compresi quelli licenziati per questo motivo) vanno considerati, «in via temporanea», alla stregua degli immigrati in regola ma disoccupati. A loro, quindi, va concesso un permesso di soggiorno di 6 mesi, a patto che abbiano aperto una vertenza contro il datore di lavoro renitente alla sanatoria. Tempi e procedure per mettere in pratica l'indicazione sono avvolti nella nebbia. La Cgil di Brescia, sentito il questore, si comporterà così: tutti gli immigrati che sono in queste condizioni devono immediatamente presentarsi ai sindacati per aprire una vertenza che sarà notificata all'Ufficio provinciale del lavoro. Chi è stato licenziato, accompagnato da funzionari della Cgil, si presenterà in Questura anche prima dell'11 novembre con i documenti necessari, compresa la fotocopia della notifica all'Ufficio provinciale del lavoro, per ottenere il permesso di soggiorno di 6 mesi. Essendo possibile, anche se altamente improbabile, che qualche padrone si convinca all'ultimo minuto a firmare la domanda di regolarizzazione, i non licenziati faranno la stessa trafila in Questura ma dopo l'11 novembre e, attenzione, non oltre il 19 novembre. Ci sfugge perché i giorni a disposione siano otto, l'essenziale - ce lo conferma anche la Cisl di Milano - è che agli immigrati arrivi il messaggio di rivolgersi immediatamente a patronati e sindacati. Il permesso di soggiorno di sei mesi non è la regolarizzazione. E' comunque l'uscita dalla clandestinità e i sei mesi serviranno verosimilmente all'immigrato per trovare un altro padrone disposto a stipulare un contratto. Se l'indicazione il Viminale l'avesse data prima, si sarebbero evitate migliaia di truffe e di taglieggiamenti. E molti padroni, se fosse stato chiaro da subito che rischiano di finire in tribunale, si sarebbero comportati diversamente.
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