ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Mattino di Padova
(Sezione:     Pag.     )
Mercoledì 20 novembre 2002



Mentre l'assessore Zanon punta l'indice sui clandestini e il deputato di An Ascierto sollecita un maggior impegno sul fronte dell'intelligence

Padova chiede il soccorso dell'Arma
Contatti tra prefetto e Comando generale: in arrivo carabinieri di rinforzo
L'ondata di violenza non si arresta, allarme nelle istituzioni


 

PADOVA. Una scia di rapine che sembra inarrestabile, culminata nel feroce delitto di Fiesso d'Artico, a un battito di cuore dalla terra del Santo. Nel Padovano torna la paura, alimentata dal moltiplicarsi dei potenziali bersagli. Banche e negozi, villette e appartamenti, automobilisti al semaforo e semplici passanti: la mala "diffusa" colpisce e a volte lascia un'impronta di sangue. Così, dalle istituzioni sale alta la richiesta di rinforzi, indispensabili a garantire il presidio del territorio. All'apice degli assalti alle ville, il Viminale dirottò in città 300 uomini e la situazione cambiò rapidamente. Ora il segnale di soccorso è rivolto al Comando generale dell'Arma, perché invii un contingente di carabinieri specializzati nell'azione di contrasto.

Un primo contatto è già stato avviato dal deputato-carabiniere Filippo Ascierto: «Ho chiesto al Comando di attingere alla Compagnia di intervento operativo di stanza a Firenze» dichiara il responsabile della Sicurezza di An «perché Padova attraversa una fase delicatissima e occorrono misure urgenti per evitare che degeneri. La ferocia dell'omicidio di Fiesso è impressionante, forse un delitto isolato, forse la spia di un salto di qualità del crimine. Comunque sia, la strategia da privilegiare è quella già adottata con successo contro i rapinatori delle ville: controllo costante del territorio, ausilio tecnologico e lavoro di intelligence. Ma ciò richiede uomini e mezzi adeguati».

Gli stessi che il prefetto solleciterà attraverso i canali istituzionali. Riservato, com'è nel suo stile, Gian Valerio Lombardi rifiuta commenti in proposito, ma la sua laconica battuta - «Quando cresce il pericolo aumenta anche la necessità di risorse» - ha il tono della conferma sostanziale.

Giorni intensi anche per il questore Rodolfo Poli, che riflette sull'escalation dell'ordine pubblico: «L'anno scorso ricevemmo rinforzi da tutta Italia. Uno sforzo straordinario, oneroso anche dal punto di vista economico, che non poteva prolungarsi all'infinito a fronte di nuove emergenze. Ora il controllo del territorio è assicurato dalle risorse ordinarie e il coordinamento, magari senza troppi proclami, è già operativo, anche tra questure di diverse città: certo, una copertura "assoluta" è impensabile ma i passi avanti compiuti sono rilevanti». Cosa rivela questo boom di assalti a mano armata? «Anzitutto un'alternanza di "pendolari" e delinquenza locale, già emersa in fase investigativa. E poi l'estrema vulnerabilità di certi obiettivi: penso alle banche prive di sistemi di sicurezza, facili prede di qualsiasi debuttante munito di un taglierino. Ma proprio qui emerge il maggior motivo di preoccupazione: aldilà dell'entità del bottino e della statura criminale degli autori, la rapina costituisce un pericolo per l'incolumità dei cittadini e non va mai, dico mai, sottovalutata». Ma Poli va oltre e si rivolge direttamente ai padovani, esortandoli a collaborare più attivamente con le forze dell'ordine: «Ogni situazione sospetta va immediatamente segnalata, noi viviamo di notizie, meglio un falso allarme che il silenzio distratto. A volte brillanti operazioni nascono da una semplice telefonata: polizia e carabinieri lavorano sodo ma non possono essere ovunque. La collaborazione è un'arma preziosa».

L'altra faccia dell'emergenza sicurezza è rappresentata dai flussi clandestini. Così Raffaele Zanon auspica un'applicazione rigorosa della legge Bossi-Fini: «La tragedia di Fiesso accentua la convinzione che nella Riviera del Brenta operi una spietata criminalità straniera» commenta l'assessore veneto alla Sicurezza «perciò, dopo la fase della regolarizzazione dei clandestini, occorre stringere il cerchio». Domani, a Treviso, Zanon incontrerà il sottosegretario agli Interni Mantovano: «Gli esporrò la situazione e la necessità di assicurare al Veneto i rinforzi necessari, anche sul piano dell'intelligence. Obiettivi immediati? Convincere il Parlamento a emendare la Finanziaria così da prevedere incentivi per chi investe nella sicurezza delle zone produttive; e sbloccare la realizzazione delle nuove caserme dell'Arma già previste sul nostro territorio».

Infine c'è chi suggerisce metodi, diciamo così, più sbrigativi: «E' arrivato il momento di prendere atto che l'impegno delle forze dell'ordine non basta più e che ai cittadini non resta che difendersi direttamente, associandosi, oppure ingaggiando dei vigilantes» tuona il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni. Che poi chiosa: «Bande di sanguinari criminali composte da extracomunitari agiscono indisturbate nelle nostre zone, forse sapendo che esiste l'associazione "Nessuno tocchi Caino" che si batte contro la pena di morte. Omicidi, bestiali quanto gratuiti, come quello di Fiesso forse devono spingerci a costituirne un'altra, dalla parte di Abele».


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