ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il Mattino Venerdì 10 maggio 2002

GIGI DI FIORE

 

«Prima il Csm, poi l’ispezione»


Ora, dell’ispezione annunciata dal ministro Castelli negli uffici giudiziari napoletani, si conoscono anche i tempi. Li ha spiegati il sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti, dinanzi alle telecamerte di «Porta a porta». Ha detto Vietti: «L’indagine amministrativa potrebbe essere disposta non prima delle determinazioni del Csm, sul cosìddetto caso Napoli. Siamo rispettosi dell’organo di autogoverno della magistratura e aspettiamo, prima di decidere l’ispezione, che si pronunci anche sull’ipotesi di incompatibilità ambientale per il procuratore Cordova».

Anche nella seconda trasmissione dedicata da Vespa al «caso Napoli» è la figura del procuratore capo e le polemiche interne alla magistratura a monopolizzare il confronto. Dice Massimo Brutti, vice presidente al Senato dei Ds: «All’epoca degli incidenti di Napoli, eravamo noi al Governo. Il ministro Bianco dispose un’indagine interna e si ricostruirono eccessi solo negli incidenti in piazza, senza poter arrivare ad identificarne i responsabili. L’attuale inchiesta della magistratura, che va rispettata, lavora su fatti accaduti dopo gli incidenti di piazza».

Su questo, precisa il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano: «L’attuale Governo è quasi parte terza, anche se di certo interessata dal punto di vista della continuità istituzionale, su quegli incidenti. Li ha ereditati dal precedente esecutivo. Ma io mi chiedo, perchè quelle presunte percosse in caserma non furono subito denunciate da chi le avrebbe subite?» Destra e sinistra, schieramenti che si dividono a difendere o a criticare in base all’appartenenza. Ancora una volta in Tv l’impressione era che, dietro la vicenda napoletana, le contrapposizioni seguano essenzialmente logiche di colore politico. L’unico ad accomunare centrodestra e centrosinistra è Francesco Caruso, portavoce dei noglobal campani, che dice: «Non so chi è più criminale, se l’ex ministro Bianco che, mentre avvenivano gli incidenti, era a mangiare il pesce a Napoli, oppure lo è il vice premier Fini che era a Genova in una sala operativa delle forze dell’ordine».

Il comportamento della Polizia, le violenze in piazza, il ruolo dei centri sociali. Giovanni Aliquò, sindacalista della Polizia, accusa: «I centri sociali difendono i violenti, anche legati all’attuale terrorismo. Quando era sottosegretario ne fu informato anche Brutti, ma nell’intervenire sui centri sociali avemmo degli ostacoli dal Governo di centrosinistra». Tiene ancora banco l’audizione di Cordova alla Commissione antimafia. Brutti la giudica «sbagliata», Vietti replica che «sbagliato forse è stato solo il luogo dove sono state fatte quelle dichiarazioni». E Roberto Centaro, presidente della Commissione Antimafia, fornisce un dato ricavato da quell’audizione di tre giorni fa: all’ufficio gip di Napoli, esisterebbe addirittura una richiesta cautelare, ancora inevasa, della Procura risalente al 28 luglio del 2000. E dice lo stesso Centaro: «Il problema Napoli non si risolve trasferendo Cordova che, come lui stesso dice bene, è solo il curatore di un fallimento complessivo dello Stato a reprimere un complesso fenomeno come quello della camorra. Pensate, ad esempio, che si dovevano realizzare 12 nuove stazioni dei carabinieri ed i Comuni non sono riusciti a reperire i locali idonei».

Ma il confronto nel salotto di Vespa si conclude con un messaggio di ottimismo. È del sottosegretario Mantovano, che dice: «Dopo Genova, si sono tenute diverse manifestazioni di critica alla politica governativa. Tutte senza incidenti, come quella del dieci novembre in cui sfilarono anche movimenti noglobal. Evidentemente, Napolie Genova sono state lezioni assimilate dalle forze di polizia, ma anche dall’area dell’antagonismo. Speriamo sia sempre così».


 

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