ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:     Pag.     )
Martedì 12 novembre 2002

MARILICIA SALVIA

LE ASSOCIAZIONI


 

Una goccia nell’oceano, e per di più una goccia pagata a caro prezzo. Gli uffici postali hanno appena chiuso i battenti e i dati ufficiali tardano ad arrivare, ma Paola Ferraro, segretaria provinciale del Patronato Acli-colf di Napoli, il suo verdetto lo emette senza esitazioni: la sanatoria «degli ucraini», come la chiama lei (la maggioranza delle domande a Napoli riguarda appunto gli ex sovietici, seguono a notevole distanza rumeni, peruviani, cinesi) servirà a far emergere solo in parte il mondo clandestino che si nasconde in città Dopo due mesi passati ad ascoltare storie di ”padroni” recalcitranti e di clandestine impaurite, a sciogliere dubbi e a compilare moduli, resta «una sensazione di amarezza», spiega la Ferraro, «perchè è certo che molte persone che avrebbero avuto i titoli ne restaranno fuori» e perchè «troppi clandestini sono stati obbligati a pagarselo di tasca loro, questo permesso, ed altri ancora hanno pagato persino la ”collaborazione” di padroni-prestanome».

Abusi che il lavoro di verifica delle domande, al quale da oggi è chiamata la Prefettura, dovrà servire a portare alla luce. Non sarà sempre possibile, considerata la posizione di «sudditanza» nella quale comunque si troverà il lavoratore che vuole emergere. Lavoro improbo, per gli uffici governativi di piazza Plebiscito: riguardano Napoli e provincia, infatti, la metà dei moduli presentati in tutta la Campania, che in tutto sono 25mila per l’emersione di lavoratori dipendenti e 35mila per colf e badanti.

Nel solo capoluogo sono state presentate 12 mila domande per colf e badanti e 2500 per lavoro dipendente; in provincia, secondo una prima analisi, il rapporto è invertito e sono più numerose le domande per i dipendenti. Lavoro improbo anche per la prefettura di Caserta, dove le domande presentate sono circa 10mila e dove «c’è soltanto un computer utilizzabile», denuncia Nello Zerillo dell’associazione ”Nero e non solo”. Anche qui - sottolinea Zerillo - i 330 euro per colf e badanti e gli 800 necessari per i lavoratori dipendenti «sono stati versati quasi sempre dagli immigrati» e «ci sono stati ”padroni” che per acconsentire a firmare la domanda di regolarizzazione si sono fatti pagare fino a 3000 euro»: la circolare Mantovano che concede il permesso temporaneo a chi denuncia queste situazioni «è arrivata due giorni prima della scadenza, dopo il danno una vera beffa».

Adesso comunque tutti gli occhi sono puntati sul sospirato permesso. Sui tempi, ”Nero e non solo” assicura massima vigilanza: «Lo Stato - conclude Zerillo - si è garantito le sue entrate, prima con il versamento postale e poi con i contributi Inps, che ovviamente saranno retroattivi. Al lavoratore e al suo imprenditore, come minimo, spettano diritti e certezze».


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