ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su il Mattino | Venerdì 10 maggio 2002 |
MARIA PAOLA MILANESIO
Mantovano al Senato sottolinea «i tempi celeri» del provvedimento rispetto a «quelli consueti». E riesplode la bagarre Il procuratore Agostino Cordova aveva buttato là quella cifra. «Solo 18 giorni» per far arrestare i poliziotti, mentre da anni ci sono richieste di custodia cautelare inevase davanti all’ufficio gip. Era martedì, quando la commissione Antimafia aveva chiamato a Roma il procuratore capo di Napoli per discutere dell’emergenza camorra. Ieri il governo ha dato ragione al magistrato. Lo ha fatto attraverso il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che a Palazzo Madama affronta il caso Napoli. E allora quella corsia preferenziale che era sembrata affiorare nelle parole di Cordova, prende forma netta. «L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli appartenenti alla Polizia di Stato è seguita alla richiesta dei pubblici ministeri in tempi molto celeri, rispetto a quelli consueti, dando l’apparenza appunto di godere di una corsia preferenziale». Ma il sottosegretario Mantovano fa ancora di più: cita, dati alla mano, che davanti all’ufficio gip ci sono 41 richieste di custodia cautelare per reati pesantissimi, come associazione mafiosa, estorsione, omicidio, rapina. E tutte sarebbero rimaste finora senza risposta. Perché tanta solerzia verso le forze dell’ordine?, è il leit motiv della maggioranza che fin da subito si è schierata a fianco della polizia, suscitando accese proteste da parte del Csm e dell’Anm. Eppure era stato nei giorni scorsi proprio il Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, a chiedere che si facesse in fretta, che si dicesse una parola definitiva sull’inchiesta napoletana. Proprio per evitare i veleni, gli scambi di accuse tra le istituzioni e ritornare a un clima di massima collaborazione fra magistrati e forze dell’ordine. E di collaborazione, di fiducia nella magistratura ha parlato anche il sottosegretario Mantovano, rivendicando la terzietà di questo governo rispetto alla vicenda napoletana. «L’attuale esecutivo si trova in questo caso in una formale e sostanziale situazione di terzietà. È singolare che si chiami a rispondere questo governo di una vicenda che nasce con un esecutivo di centrosinistra». Un «no comment», invece, sulla contestatissima telefonata tra il procuratore Cordova e il vicepremier Fini. Il sottosegretario la definisce come «assolutamente privata e pertanto il governo non ha nessuna ragione di conoscerne e riferirne il contenuto». Il richiamo alla terzietà suscita accese rimostranze da parte dell’Ulivo. Il capogruppo dei Ds al Senato, Gavino Angius, boccia l’intervento di Mantovano e aggiunge: «Riteniamo sbagliato prendere parte a favore di una o di un’altra parte. C’è il rischio reale di alterazione dell’equilibrio tra i poteri dello Stato. L’esecutivo sta dimostrando di voler sfruttare la vicenda napoletana per condurre una guerra contro la magistratura e colpirne l’autonomia». Non piace alla Quercia nemmeno l’ipotesi di una inchiesta amministrativa negli uffici napoletani, così come prospettato dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli. A sparare a zero Giuseppe Lumia: «È inopportuna e sbagliata, perché prima deve intervenire il Csm». L’ex Presidente Scalfaro invita tutti a ripristinare un clima di collaborazione e di reciproca fiducia. Cosa ardua, viste la polemiche continue. Ieri, infatti, l’Anm ha ribadito il suo netto dissenso dall’iniziativa del Guardasigilli e ha difeso il lavoro dei gip napoletani. Dice Lucio Aschettino, segretario dell’Anm nonché gip proprio a Napoli: «L’annuncio dell’iniziativa del ministro può oggettivamente essere letto, anche se probabilmente non è così, come un tentativo del ministro di far sentire il peso del governo nella vicenda napoletana. Anche perché ci sono già state dichiarazioni di ministri ed esponenti della maggioranza che hanno contribuito a far aumentare la tensione».
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