ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:        Pag.     )
Sabato 10 Luglio 2005

ELENA ROMANAZZI

 

  

 Pisanu studia il piano, la Lega va all’attacco


 

Roma. Le misure straordinarie per combattere il terrorismo non sono state messe ancora nero su bianco. Lo stesso presidente del Consiglio si è mostrato cauto sul ricorso a leggi speciali: «Vedremo, vedremo», ha detto prima di lasciare Roma. Ma la Lega più degli altri partiti della coalizione parte all’attacco: prima chiede un ministero ad hoc per il terrorismo, idea bocciata dalla maggioranza e dall’opposizione e poi, attraverso il ministro per le Riforme istituzionali, Roberto Calderoli, invoca «il voto in Parlamento sull’articolo 78 della Costituzione, quello che prevede lo Stato di guerra». Un voto che consentirebbe al governo di «poter prendere tutte le iniziative del caso». Ma tanto dalla Cdl con Cicchitto quanto dll’Unione con Ds e Margherita arriva l’altolà.

Il ministro dell’Interno è molto cauto. Pisanu è stato tutto il giorno al Viminale a studiare la situazione con i tecnici dell’ufficio legislativo e con i vertici delle forze dell’ordine. Martedì Pisanu sarà in Parlamento e, oltre a fornire dati sulle indagini legate al terrorismo islamico e sugli arresti effettuati, chiederà la riscrittura dell’articolo 270bis sul terrorismo internazionale in modo da evitare interpretazioni errate da parte dei magistrati, come quelle che hanno provocato l’assoluzione per chi è stato considerato guerrigliero e non terrorista. Chiederà anche norme più snelle per l’espulsione dei sospetti terroristi e una stretta sui controlli finanziari e patrimoniali con procedure che consentano una rapida verifica dei conti correnti sospetti, il sequestro e la confisca dei beni.

Il pacchetto non è stato ancora scritto. Diverse le ipotesi allo studio che comunque verranno discusse con l’opposizione. Molto dipende da quello che accadrà mercoledì a Bruxelles alla riunione tra i ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Ue: se si deciderà di inasprire alcune norme per contrastare il terrorismo, la strada verso leggi speciali verrà quasi certamente percorsa. Sono quattro i punti sui quali il governo sta ragionando: la riscrittura dell’articolo 270bis del codice per prevedere la punibilità dei «reclutatori che non sono direttamente inseriti in una struttura terroristica ma vi collaborano», maggiori poteri alla polizia per le perquisizioni dei palazzi in blocco con la possibilità di comunicare al magistrato l’operazione non immediatamente ma entro 24 ore, un inter più rapido per le espulsioni dal territorio italiano dei sospetti terroristi e procedure eccezionali per le indagini.

A questo si aggiunge l’ipotesi di impiegare l’esercito come è accaduto per l'operazione Vespri Siciliani. Ai militari verrebbe affidato solo il compito di identificare le persone. Il dibattito su come affrontare l’emergenza è tutto aperto. Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, ha rispolverato l’idea di una superprocura antiterrorismo, ipotesi questa più volte ventilata ma mai realizzata. Mantovano ha sottolineato come per combattere il terrorismo servono «magistrati specializzati». Ma più che una superprocura, alla quale non crede più il responsabile della Divisione Nazionale antimafia, Pier Luigi Vigna, non viene esclusa l’ipotesi di potenziare il coordinamento del lavoro delle Procure impegnate nelle indagini contro il terrorismo internazionale.


    

 

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