ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Domenica 12 Gennaio 2003 |
MARIA PAOLA MILANESIO AN CONFERMA LA DISPONIBILITÀ AL CONFRONTO, PERÒ AVVERTE
Fini: sulle riforme avanti anche da soli
Otto ore chiusi in una sala dell’Hotel Nazionale a Roma. Otto ore per ribadire che Alleanza nazionale sull’indulto non cambia strada - no a ogni gesto di clemenza, salvo lasciare libertà di coscienza ai singoli parlamentari -; per sottolineare che se il semipresidenzialismo resta la strada maestra si può tuttavia fare una concessione al premierato, in nome dell’unità della coalizione. Otto ore per decidere che le proposte del centrosinistra su forma di governo, di Stato e quant’altro vanno sì considerate in considerazione nella prospettiva di una eventuale più ampia intesa, senza però che questo significhi ingessare il processo riformatore. Il vicepremier Gianfranco Fini, al termine del tour de force che ha visto riunito tutto lo staff dirigenziale dal partito, lo dirà chiaro e tondo: «Se nell’opposizione dovesse prevalere la posizione massimalista su quella riformista, Alleanza nazionale non avrebbe difficoltà a dire che le riforme si faranno utilizzando l’articolo 138». Andando anche al referendum consultivo, qualora non ci fosse un’ampia maggioranza in Parlamento. Primo passo, comunque, è una linea comune della Casa delle Libertà, tanto che nella settimana che sta per iniziare si terrà un vertice per mettere a punto «una posizione unitaria». Alleanza nazionale pronta a rinunciare al semipresidenzialismo? Fini puntualizza: «Se è possibile raggiungere il risultato di un esecutivo autorevole attraverso una discussione seria e serena sul premierato, siccome l’esperienza insegna che bisogna abbandonare le proprie bandiere di partenza per trovare ampie intese, è doveroso cercare il dialogo». Anche con il centrosinistra se solo l’opposizione si chiarisse al suo interno scegliendo, dice il vicepremier, se lasciar prevalere le posizioni massimaliste di chi rifiuta il dialogo o non piuttosto le posizioni riformiste. «Senza questo elemento di chiarezza non si va avanti. Siamo pronti al dialogo con il centrosinistra, ma dialogo vuol dire confronto: non può significare che ciò che viene chiesto dall’opposizione venga recepito dalla maggioranza», conclude Fini. Anche il presidente dei senatori di An, Domenico Nania, e il governatore del Lazio, Francesco Storace ribadiscono la necessità di una posizione unitaria della Cdl sulle riforme. Particolarmente soddisfatto Storace per «la volontà dell’esecutivo politico di coinvolgere appieno le Regioni nel processo riformatore». «C’è stato un primo necessario momento di riflessione all’interno del partito», aggiunge il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. Sul semipresidenzialismo, ribadiscono tutti, la linea di Alleanza nazionale non cambia e non ci saranno per ora modifiche ai provvedimenti di legge presentati sia alla Camera sia al Senato a firma di An. Se qualcosa semmai dovrà essere cambiato, se dovesse prevalere una linea più decisa a favore del premierato, nuovi testi potranno essere presentati ma a firma di tutti i gruppi che compongono la coalizione. Unica voce in dissenso quella di Domenico Fisichella, vicepresidente del Senato, da sempre a favore del premierato e contrario alla progetto leghista sul federalismo. Ma che il suo disaccordo dalla linea del partito non rappresenti una frattura insanabile lo dimostra - dicono i suoi colleghi - «il fatto che sia rimasto fino alla fine della riunione».
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