ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Giovedì, 14 Aprile 2005 |
Mantovano: lobby ultrà anche in Parlamento
Roma. «Se oggi il governo proponesse in Parlamento un quinto di queste misure, la domanda a cui bisogna rispondere è: il Parlamento le voterebbe?». Se l'è chiesto il sottosegretario agli Interni. Alfredo Mantovano, che ha la delega alla pubblica sicurezza, intervenendo a «Radio anch'io». «Determinate lobbies di tifoserie e di curve - dice di Mantovano - hanno echi non so quanto disinteressati in tutti i partiti politici o comunque in tutti gli schieramenti». La folle notte dell'Euroderby diventa dunque un caso politico. Il decreto contro la violenza negli stadi che era stato emanato dal governo nell'agosto del 2001 fu poi modificato sulla spinta di alcuni interventi «buonisti di diversi deputati». Maurizio Paniz di Forza Italia, che di quel provvedimento fu relatore alla Camera, e Italico Perlini, capogruppo azzurro in commissione Giustizia di Montecitorio, hanno chiesto al ministro Pisanu che si torni a riproporre l'originario testo del decreto «con le importanti forme di repressione» in esso contenute. Una lettura simile la fornisce pure il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che fa notare: «Quando era ministro dell'Interno, Scajola, il governo presentò un provvedimento restrittivo contro la violenza negli stadi, che però il Parlamento ha edulcorato. Probabilmente non andava edulcorato». Il segretario dei Ds, Piero Fassino, concorda sulla necessità che si isolino quanti si rendono responsabili di violenza. «Credo che si debbano prendere tutte le misure necessarie per garantire che lo sport continui a dessere fruito da tantissima gente nella sicurezza e nella serenità - osserva - e che si metta chi vuole introdurre fattori di violenza intollerabile in condizione di non nuocere». Sulla linea dura non sono però tutti d'accordo. Secondo il verde Paolo Cento, il problema della violenza negli stadi non si risolve con un inasprimento delle pene. Di questioni di ordine pubblico parla il capogruppo Ds, Luciano Violante, che ritiene che debbano essere le società, e non la polizia, a garantire la sicurezza all'interno degli stadi. «Anche in Inghilterra c'erano i problemi dentro gli stadi, li hanno risolti. Non vedo perché - è la ricetta di Violante - dobbiamo pagare di tasca nostra. Una volta che le squadre sanno che pagano di tasca loro, secondo me stanno molto attente». «Da quattro anni chiedevamo queste misure in Parlamento», dice Nando Dalla Chiesa. «Come risposta, dal governo e dalla maggioranza - ha dichiarato il senatore della Margherita - abbiamo ricevuto quattro anni di pura sordità che hanno solo fatto incancrenire e incanaglire il problema della violenza negli stadi». Graziella Mascia, capogruppo del Prc nella commissione affari costituzionali della Camera, esprime la contrarietà del suo partito a «strette repressive». Per l'esponente di Rifondazione comunista, «è necessario, invece, fare un bilancio della stretta repressiva, messa in atto già da tempo, che ha determinato solo un aumento diffuso della violenza».
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