ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Domenica 14 luglio 2002 |
Il nuovo vertice
del partito senza
un numero due Era il primo week-end di aprile, quando i delegati di An si sono riuniti in congresso a Bologna. Allora si confrontavano due tesi sugli assetti di vertice: affidare la gestione del partito ad un coordinatore, nominato da Fini, o riunire i capi corrente in un triumvirato. La prima tesi era stata formulata da Francesco Storace (nella foto). La seconda da Ignazio La Russa. L’obiettivo dichiarato non era, certo, quello di fare ombra al leader. Semmai di aiutarlo nell’amministrazione del partito, finché dura l’incarico di vicepremier. Ma, ieri, di quel braccio di ferro non è rimasta traccia nell’Assemblea nazionale di An. Nel definire il nuovo organigramma, Fini si è ben guardato dal nominare uno o tre coordinatori. Anche da Palazzo Chigi, la guida del partito resta saldamente nelle sue mani. L’organo di vertice più ristretto è l’esecutivo, composto dai capi-dipartimento, i capigruppo, i ministri e vice-ministri di An, i governatori regionali. Il presidente del Lazio Storace, comunque, non era presente ieri alla riunione dell’Ergife. I maggiori compiti di gestione sono affidati ai sette capi-dipartimento. Sono Mario Landolfi (portavoce), Donato La Morte (organizzazione), Italo Bocchino (enti locali), Pasquale Viespoli (economia), Salvatore Tatarella (Mezzogiorno), Alfredo Mantovano (problemi dello Stato), Carmelo Briguglio (Regioni). Nei prossimi giorni, Fini nominerà i coordinatori regionali. Il leader di An, comunque, ha annunciato per fine anno una Conferenza organizzativa per riformare «la macchina del partito». |
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