ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:        Pag.     )
Venerdì 15 Luglio 2005

p.p.

 

  

 IL SOTTOSEGRETARIO A PIANURA DOVE I CLAN HANNO LANCIATO BOMBE CONTRO I NEGOZI

Mantovano tra i commercianti di Pianura: ci saranno più controlli


 

Nella giornata napoletana di Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno con delega alla sicurezza, si stringe un patto a doppio filo per allentare la morsa del racket e dei «cravattari». Alle 15 vertice in Prefettura e firma del protocollo d’intesa con i rappresentanti della rete bancaria, articolato in due momenti fondamentali: costituzione di un osservatorio per la verifica periodica dell’utilizzo dei fondi concessi ai sensi della legge antiusura; nomina di un referente, presso ogni istituto di credito, per l’accelerazione dell’iter burocratico sulle richieste di prestito. Secondo appuntamento, alle 16.30, nell’VIII circolo didattico di Pianura. Riunione a porte chiuse con i rappresentanti delle forze dell’ordine e del Comune, le associazioni antiracket, gli imprenditori e i commercianti.

Molti arrivano dalle strade del quartiere. Altri dal centro storico, come la titolare di un’agenzia di viaggi che si è ritrovata con le serrature sigillate e la vetrina in frantumi. E tutti, insieme, hanno qualcosa da chiedere allo Stato: non abbassare mai la guardia, potenziare i controlli sul territorio, sostenere fino in fondo il coraggio dei cittadini. L’impegno delle forze dell’ordine è già ai massimi livelli, ricorda Mantovano, ma non c’è da aver timore: nessuno abbandonerà la Napoli che ha voce per denunciare.

Parlando di racket si finisce poi sull’argomento criminalità comune, con il sottosegretario pronto a confermare l’impegno del governo sulle misure per Napoli: «Possiamo accelerare l’iter per l’entrata in vigore di nuove norme inserendole nel provvedimento antiterrorismo». Elemento portante della strategia, il giro di vite nel sequestro dei motorini: una volta bloccati, non dovrebbero essere affidati al conducente (o ai genitori, se è minorenne) ma resi effettivamente indisponibili per il periodo di stop.

Terminato l’incontro, Mantovano attraversa le strade del quartiere e si ferma in un luogo simbolo, via Salvador Dalì. Qui, il 30 maggio, venivano esplosi colpi di lupara contro la saracinesca di un negozio: il titolare si era appena presentato al processo contro Giorgio Lago.

Altra sosta per un gelato, poi il sottosegretario si trasferisce in piazza San Vitale dove lo aspetta un dibattito promosso da An. «Abbiamo molto apprezzato l’intervento del sottosegretario - commenta l’assessore alla legalità Roberto De Masi, che con il consulente del Comune Tano Grasso ha partecipato alle due riunioni - Mantovano ci ha dimostrato che, quando si parla di lotta al crimine, non ci deve essere spazio per gli schieramenti politici. Ha ascoltato con attenzione le richieste dei commercianti ed è rimasto favorevolmente impressionato ai risultati raggiunti nella battaglia al antiracket.

Nel 2001 ci fermavamo a 40 denunce l’anno. Nel 2004 siamo arrivati a 700. Nella prima metà del 2005 abbiamo toccato quota 500, situazione che fa sperare in un nuovo record». Cinquecento denunce in sei mesi. Nel cinquanta per cento dei casi, si sente dire tra gli addetti ai lavori, non sarebbero state presentate attraverso le associazioni ma da singoli cittadini. Il segno tangibile che la carta vincente non è più la paura.


    

 

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