ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO Sabato 16 marzo 2002



 

Vuoto legislativo da colmare dopo il referendum


 

Prevenire, reprimere, recuperare. Sono le linee direttrici del Governo nella lotta alla droga che il vice premier, Gianfranco Fini, conferma parlando a Vienna alla 45/a sessione della Commissione delle Nazioni Unite per la droga. Fini annuncia esplicitamente che, «pur agendo a legislatura vigente, si darà corso a modifiche» nella legislazione sulla droga. E, in particolare, spiega, «sulla questione dello spaccio, poiché esiste un buco legislativo in Italia, bisognerà colmarlo». Il vice premier non entra nei dettagli. «Ne stiamo discutendo. C' è un'ampia discussione». Ma Fini ritiene che «dopo il referendum dei radicali si è creato un vuoto». E, conversando con i giornalisti, conferma che, tra le ipotesi allo studio, c'è anche quella relativa alla revisione della dose minima giornaliera, per la quale oggi la legge lascia al pretore piena discrezionalità. Anche il commissario straordinario per il coordinamento delle politiche nazionali contro la droga, Sotgiu, presente a Vienna, conferma in conferenza stampa «la legge antidroga ha 12 anni di vita e sarà necessario un riesame della normativa attuale, apportando miglioramenti e correzioni». Il vice premier conferma che questo verrà fatto di concerto «con i sert e le comunità terapeutiche».

Fini ha annunciato, per i prossimi mesi, una conferenza nazionale sulla droga per presentare la strategia del Governo nella lotta alle tossicodipendenze, messa a punto di concerto con l'ufficio del commissario straordinario e con il coordinamento dei vari ministeri e il contributo di comunità terapeutiche e centri sanitari di riabilitazione. «Ma non può esserci - ha messo in chiaro - la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Il contrasto deve avvenire contro ogni tipo di droghe, ci sentiamo impegnati in prima linea sul piano nazionale e sul piano internazionale».

Quanto alla prevenzione, Fini ha aggiunto: «Occorre far capire ai nostri figli che la droga uccide, ogni tipo di droga, dallo spinello alla pasticca, è dannosa. E drogarsi non è un atto di libertà, ma un attentato alla propria salute individuale e alla coesione sociale stessa. Servono per questo nuove leggi e un effettivo coordinamento delle risorse». Parlando di fronte alla commissione delle Nazioni Unite (dove di recente l' italiano Antonio Costa è stato designato vicesegretario generale), Fini ha poi annunciato un contributo di 12,2 milioni di euro da parte dell'Italia, che già in passato è stata tra i maggiori contribuenti alle Nazioni Unite per il coordinamento e il contrasto alla droga.

Fini ha poi sollecitato l' impegno internazionale in favore della ricostruzione e dello sviluppo dell'Afghanistan, paese martoriato dalla guerra e dal quale giungono allarmanti notizie sulla ripresa della coltura del papavero da oppio (nel 2001 nel paese martoriato dalla guerra c'è stata una contrazione riguardo alla produzione di queste sostanze - fa sapere il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - ma «in Afghanistan ci sono riserve per rifornire il mercato mondiale ancora per 24 mesi»). «È importante - ha detto Fini - che la comunità internazionale elabori al più presto una strategia per bloccare il raccolto annuale, mettendo in atto azioni di assistenza e di sussidio per i contadini che accettano di sradicare il papavero. In tale operazione è essenziale che l'Undcp svolga un ruolo di coordinamento». E Fini ha annunciato, a questo scopo, il contributo di 1,5 milioni di euro da parte dell'Italia per azioni mirate nella lotta antidroga.

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